Consob a Milano: la legge va alla Camera, ed è bufera

RomaIl progetto c’è da tempo; la novità è l’accelerazione dei tempi del trasferimento totale della Consob da Roma a Milano. La volontà politica di rendere effettivo il trasloco definitivo dell’autorità di controllo sulla Borsa dalla Capitale alla città che ospita il mercato finanziario italiano c’è, e lo strumento per tradurla in una legge è stata la conferenza dei capigruppo della Camera che ieri si è riunita decidendo di mettere all’ordine del giorno nell’ultima settimana di ottobre, il provvedimento sul trasferimento dell’organismo guidato da Giuseppe Vegas (nella foto). La richiesta ai leader parlamentari è stata formulata dalla Lega con l’appoggio della maggioranza e il presidente della Camera, Gianfranco Fini, l’ha accettata.
Sulla decisione si è però scatenata una battaglia che segnerà l’iter della legge visto che in prima linea, tra i contrari al trasferimento, ci sono le opposizioni di centrosinistra, ma anche gli amministratori romani e laziali del centrodestra. In primo luogo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e la governatrice Renata Polverini.
«Questa legge non passerà mai», è la previsione di Alemanno. «Non solo - ha spiegato - i parlamentari del Lazio, ma tutti i parlamentari seri del Pdl voteranno contro. Se la Lega insiste è destinata ad una sonora sconfitta sul campo». Pronostico fotocopia da Polverini. «Sono certa che i parlamentari di Roma e del Lazio si batteranno perché gli uffici romani della Consob restino al loro posto, bocciando la proposta di legge della Lega. Il Paese ha ben altri problemi di cui occuparsi, queste iniziative non hanno alcuna ragione di essere». Schierata contro anche Barbara Saltamartini, vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera, secondo la quale il trasferimento è sbagliato perché «in un momento in cui al Paese servono misure urgenti», appare «assolutamente impensabile e privo di senso pratico».
La battaglia sulla Consob totalmente milanese, insomma, è destinata a creare qualche grana localista alla maggioranza.
Il Pd, invece, si è schierato compatto contro la legge per trasferire l’Autorità a Milano. Ha fatto appello ai parlamentari del Lazio il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, mentre il suo predecessore Enrico Gasbarra, anche lui democratico, ha stimato che «il trasferimento avrebbe un costo pari a 500 milioni di euro» E poi ha denunciato la «deportazione dei suoi 450 dipendenti». La ragione della presenza romana del garante, si spiega perché - ha aggiunto Gasbarra - «è il Tar del Lazio ad avere competenza esclusiva sugli atti della Consob, che a sua volta ha rapporti strettissimi con la Banca d’Italia, il ministero dell’Economia, l’Abi e l’Isvap. Tutte istituzioni che hanno sede nella Capitale e non a Milano».
In attesa di un esponente del Pd milanese a favore, in difesa della decisione della conferenza dei capigruppo e del trasloco si è speso il Carroccio. «Ricordo a chi è contrario allo spostamento della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa che Piazza Affari è a Milano, che il centro finanziario del Paese è Milano. E che la sede legale delle principali banche è al Nord.

Non ha quindi senso - è la tesi del leghista Marco Maggioni - tenere queste due realtà a seicento chilometri di distanza». E poi, «basta con questo atteggiamento da Roma padrona, la Lega vuole portare maggior efficienza al sistema finanziario».

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