È una partita che si riapre. L’inchiesta sugli «incarichi d’oro» di Palazzo Marino parte da dove si era fermata. Sulla soglia di un’archiviazione. La stessa che, ieri, il gip Paolo Ielo ha respinto, disponendo nuove indagini.
«Le condotte degli indagati appaiono lesive della dignità delle persone, ma non penalmente rilevanti», aveva scritto a dicembre il pm Alfredo Robledo. Sembrava l’ultimo atto di un’inchiesta che per due anni aveva scavato sulle presunte irregolarità nell’organizzazione della macchina amministrativa, e sui suoi protagonisti. Uno su tutti, il sindaco Letizia Moratti. Con lei, nel registro degli indagati erano finiti anche l’ex direttore generale Giampiero Borghini, la sua vice Rita Amabile, il capo di gabinetto Alberto Bonetti Baroggi e l’ex direttore delle risorse umane Federico Bordogna, accusati di abuso d’ufficio, concussione e truffa.
Ma quello non era l’ultimo atto. Perché per il giudice «il materiale investigativo acquisito appare idoneo a sostenere l’accusa in giudizio». E addirittura «con ragionevoli probabilità di condanna». Per il gip, dunque, l’attività istruttoria sugli incarichi assegnati dal Comune tra il luglio 2006 e il febbraio 2007 (con contratti triplicati e stipendi mensili dei neodirigenti da 14mila euro) deve essere integrata per verificare «se vi è stata un’attività di ricerca dei dirigenti prima della loro nomina», a «chi sia concretamente riconducibile la gestione della scelta dei dirigenti» e «se sia stata loro rappresentata la legittimità del provvedimento adottato». Il punto è «il numero dei dirigenti nominati tra gli esterni», che «non avrebbe potuto superare la decina, a fronte del numero di 51 concretamente nominati». E proprio sui criteri di nomina si sofferma Ielo. Lo spoil system, infatti, sarebbe avvenuto «con la prospettazione di modalità umilianti nella prosecuzione del rapporto di lavoro, con minacce - credibili per la fonte da cui promanavano - di pagarla». Decine di funzionari, in altre parole, sarebbero stati indotti ad andare in pensione per lasciare il posto ad altri, nominati secondo convenienze di tipo politico, «probabile oggetto di accordi compensativi conclusi in sede diversa». «Modalità umilianti» che, sostiene ancora il giudice, integrano il reato di violenza privata, «e non quello di concussione», come aveva ipotizzato il pm. Non solo. Palazzo Marino non avrebbe dato la pubblicità, prevista dallo statuto municipale, alla possibilità di presentare domande per la selezione di nuovi dirigenti. E questa è «una violazione di legge conclamata». «Merita rilievo la circostanza - sottolinea Ielo - che, incontestabilmente, la selezione dei dirigenti nominati è intervenuta senza la preventiva pubblicità richiesta dallo statuto, senza peraltro nessuna ricerca delle professionalità maggiormente adeguate alle funzioni da ricoprire con il risultato che (anche) ai cittadini del comune di Milano è stata preclusa la possibilità di accesso a funzioni poi assegnate a terzi». E ancora una volta, il caso esemplare citato dal gip è quello di Carmela Madaffari, nominata dirigente della Direzione centrale famiglia (a 217mila euro l’anno) nonostante i suoi trascorsi tutt’altro che trasparenti come direttore generale della Asl di Locri, incarico da cui era stata rimossa per «gravi inadempienze». La Procura, adesso, avrà tempo fino al 30 giugno per ascoltare nuovamente indagati e testimoni, e acquisire ulteriori documenti. Un’indagine che sembrava essersi esaurita deve ora ricominciare. Non una buona notizia per il sindaco Moratti. Che, sulle «consulenze d’oro», aspetta anche un’altra decisione. Quella della Corte dei conti, che - dopo l’esposto presentato dai consiglieri dell’opposizione - contesta l’assunzione di 23 collaboratori esterni a cui mancherebbero i requisiti di professionalità, aggirati attraverso un’illegittima modifica del regolamento.
Un meccanismo che per i magistrati contabili - ha prodotto un danno erariale pari a 7 milioni di euro. Il sindaco fa sapere di avere «completa fiducia nella magistratura. Attendiamo sereni anche questo supplemento di indagine, sicuri che farà completa luce sulla vicenda».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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