«Consulenze? Pari a un terzo dell’Ici»

Rita Smordoni

«Le spese per le consulenze esterne che il Comune di Roma ha sostenuto in 5 anni di mandato della giunta Veltroni valgono, da sole, ad abbattere il 30 per cento dell’Ici». Così ieri il candidato sindaco della Cdl, Gianni Alemanno, ha presentato alla stampa un dossier elaborato da Alleanza Nazionale. Assunzioni a tempo determinato, comandi e incarichi di collaborazione professionale. Le cifre parlano chiaro: in 5 anni il Comune, in base agli atti ufficiali delle delibere di giunta, ha speso in totale 65 milioni e 480mila euro. «Questi dati - spiega il consigliere comunale di An, Luca Malcotti - prendono in esame il periodo che va da giugno 2001 a marzo 2006. Ma sono approssimati per difetto, poiché li abbiamo ricavati dalle sole delibere di giunta che assegnano le consulenze esterne».
«In realtà - prosegue l’esponente di An - gli incarichi vengono via via aggiornati, confermati e aumentati attraverso determinazioni dirigenziali che non abbiamo mai potuto consultare, nonostante una norma dello Statuto comunale ne preveda l’accessibilità ai consiglieri comunali». Con l’accesso informatico alle determinazioni dirigenziali si sarebbe potuto appurare, ad esempio, la cifra che il Comune ha stanziato per le proroghe dei comandi che, a detta di Malcotti, farebbero salire di almeno altri 10 milioni di euro la spesa complessiva. «Ma questa è solo la punta dell’iceberg - afferma Alemanno - per le nostre stime le spese arrivano a 100 milioni. Vale a dire che coprirebbero almeno il 30 per cento di quanto oggi proviene dall’Ici: 300 milioni di euro».
«La politica del taglio alle consulenze esterne - rimarca Alemanno - unita alla lotta all’evasione fiscale, che farebbe recuperare un altro 30 per cento, e all’aumento dell’Ici per le seconde e terze case sfitte, permetterebbe di coprire la cifra che il Campidoglio ricava tassando la prima casa dei cittadini». Malcotti ha presentato un documento che mostra la “dichiarazione di intenti” che Veltroni (allora candidato a sindaco) nel 2001 rivolse ai dipendenti comunali prima di essere eletto. Nella lettera il futuro primo cittadino si impegnava a porre fine ai costosi incarichi professionali esterni, nota dolente del suo predecessore Rutelli, e prometteva che avrebbe valorizzato al massimo le capacità dei 26mila impiegati capitolini. «Invece ha continuato a mortificare i lavoratori dipendenti - tuona Malcotti - Dietro le delibere di assegnazione di incarichi esterni c’è la frustrazione di molti dipendenti comunali, con grandi professionalità, che finiscono per essere scavalcati nelle loro funzioni da dirigenti esterni super pagati». Secondo i dati elaborati da An, il 34 per cento delle consulenze esterne riguarderebbe i dipartimenti tecnici dell’amministrazione, il 66 per cento la giunta. Di questa, il 27 per cento della spesa (7 milioni) riguarderebbe lo staff del sindaco Veltroni.
«Mesi addietro - informa Malcotti - ho avuto dalla Corte dei Conti la richiesta di invio di un analogo dossier, che prendeva in esame le spese nel periodo giugno 2001-marzo 2003, dove si evidenziava che il costo delle consulenze esterne era pari a 21 milioni. Ovviamente, adesso procederò all’invio di questo secondo dossier». «La nostra - precisa Alemanno - non vuole essere una caccia alle streghe, ma un messaggio ai cittadini romani che devono sapere che c’è grasso da levare, soldi da recuperare per tagliare l’Ici sulla prima casa. E speriamo che non la buttino in rissa, visto che siamo trattati come chi entra in chiesa per compiere sacrilegi».

Il candidato sindaco della Cdl ha annunciato, per il 24 maggio, una conferenza sul federalismo fiscale con il vicepresidente della Camera Giulio Tremonti: «Se Roma dovesse essere equiparata a una Regione - conclude - è ovvio che federalismo e autonomia fiscale avrebbero un effetto clamoroso sulla città».

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