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Contatori del gas truccati, bufera sull'Eni

Blitz della Guardia di finanza anche nelle sedi delle controllate Snam Rete Gas e Italgas. Indagato l’ad Scaroni. Undici indagati, inclusi i vertici di Aem. La procura di Milano ipotizza una truffa: "Bollette gonfiate, penalizzati i clienti finali, dagli enti pubblici ai consumatori"

Contatori del gas truccati, bufera sull'Eni

Milano - La bolletta del gas più cara: sei, otto, forse dieci punti percentuali in più. Una lunga, complessa indagine della Procura di Milano porta a galla una presunta, estesissima truffa ai danni del fisco e dei consumatori compiuta da diversi soggetti, in testa l’Eni. In pratica, secondo i Pm Sandro Raimondi e Maria Letizia Mannella, gli strumenti misurerebbero, a monte e a valle, i metri cubi messi in rete con un’approssimazione e una disinvoltura sconcertanti. «Viene introdotta, per così dire, una nuova e illecita unità di misura che, seppure accettata dalla parte privata, che aderisce al contratto per adesione - e non potrebbe comportarsi diversamente - viola il principio di legalità in tema di metrologia legale».

I Pm ipotizzano un ventaglio di reati: truffa aggravata, violazione dell’articolo 472 del codice penale (uso o detenzione di misure o pesi con falsa impronta), violazione della legge sulle accise, ostacolo all’autorità di vigilanza e, secondo l’agenzia di stampa Adnkronos, associazione a delinquere. La lista degli 11 indagati è un catalogo di nomi eccellenti: gli amministratori delegati dell’Eni Paolo Scaroni e dell’Aem Giuliano Zuccoli, di Snam Rete Gas Carlo Malacarne, il direttore di Aem Energia Roberto Gilardi, il consigliere di amministrazione di Aem Dario Cassinelli, il Presidente di Italgas Giovani Locanto. Non solo: in base alla legge sulla responsabilità amministrativa delle società risultano indagate Eni, Snam Rete Gas, Aem, Arcalgas e Italgas. Insomma, un terremoto. In sintesi gli investigatori seguirebbero almeno due piste: l’utilizzo di misuratori non approvati, in parte anche vetusti; un sistema di misurazione assolutamente sbagliato. «Tutto quanto viene distribuito - spiega un ufficiale delle Fiamme gialle - deve essere misurato in arrivo e in uscita col metro cubo standard, cioè una misurazione a una pressione e a una temperatura date, visto che al variare dell’una o dell’altra, cambia il volume. La misura corretta è individuata da un coefficiente uno. In poche parole - è la conclusione - l’indagine riguarda il fatto che tutte quante le società avrebbero erogato il gas a un coefficiente superiore a uno, indipendentemente dalla temperatura esterna, in estate o in inverno».

Se queste sono le premesse, clamoroso sarebbe il risultato finale: «Bollette del gas gonfiate, penalizzati tutti i clienti finali, dagli enti pubblici ai consumatori». Infatti, «il sistema è tale per cui non interessa a Eni, Snam Rete Gas e Italgas effettuare una corretta misura, poiché, in ogni caso, tutti gli eventuali sovraccosti rilevati verranno, alla fine della catena distributiva, addebitati all’utente finale». Come dimostrerebbero, a Milano, i consumi assolutamente spropositati dell’ospedale San Carlo, del carcere di Bollate e dell’Università degli studi. Allarmismo infondato, a sentire l’Eni: i misuratori non «incidono sulle misurazioni relative alla bolletta dei consumatori»; Aem poi si dichiara estranea ai fatti.

La materia è delicata, tecnica e oggetto proprio in queste settimane di revisione legislativa attraverso il disegno di legge Bersani sulle liberalizzazioni, attualmente alla Commissione delle attività produttive della Camera. Insomma, ci si muove su un terreno minato.

Per questo la Guardia di finanza ha effettuato perquisizioni negli uffici milanesi dell’Eni, che ne ha subito dato notizia, e di altre società e ha acquisito documenti presso il ministero dello Sviluppo economico e il ministero delle Infrastrutture, in particolarte negli uffici del Comitato centrale metrico.

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