«Contestato dai tifosi e scaricato dall’Ascoli Troppa amarezza, non rifarei quel bel gesto»

Caro Pillon, ma quanti complimenti ha ricevuto per il fair play contro la Reggina?
«Lasciamo perdere, del mio gesto ne sto pagando duramente le conseguenze. Basti pensare che dopo la partita siamo stati contestati dai tifosi e costretti a stare due ore chiusi negli spogliatoi per evitare incidenti».
Ma adesso cosa sta provando?
«Amarezza, tanta amarezza, perché ho fatto fare gol agli avversari e non perché ho perso 3-1, seconda sconfitta consecutiva dopo il 2-1 a Piacenza otto giorni fa al mio esordio (è subentrato ad Alessandro Pane, ndr). Amarezza per un gesto che non è stato condiviso da tutti anche se capisco la rabbia dei tifosi che volevano la vittoria».
Ci spieghi cosa è successo al minuto 14 del primo tempo e quali meccanismi sono scattati nella sua testa.
«Il reggino Valdez era infortunato a terra, Sommese non se n’è accorto, ha preso il pallone e ha puntato la porta avversaria, facendo segnare Antenucci. Apriti cielo, è successo il finimondo, tutti addosso a Sommese che si è preso calci e sputi. Una rissa vergognosa e uno spettacolo indecoroso, almeno tre reggini avrebbero dovuto essere cacciati dall’arbitro. Io sono rimasto paralizzato in panchina, avevo una gran confusione nella testa, non mi capacitavo di quello che stava succedendo».
Ma sono passati vari minuti.
«Sì, almeno 6 o 7. E quando è ritornata una parvenza di calma, i miei giocatori sono venuti tutti da me in panchina e insieme, ripeto, tutti insieme, abbiamo deciso di lasciar segnare gli avversari. Nessuno dei miei è stato di parere contrario, ci siamo guardati dentro, fatto un esame di coscienza e l’abbiamo ritenuto un gesto nobile, una decisione giusta, un qualcosa che potrebbe fare anche bene al calcio malato e ammorbato di veleni nel quale stiamo vivendo. Poi la partita è diventata anomala, noi non c’eravamo più con la testa. Comunque nessun pentimento per quella decisione, però...».
Però, sia sincero, la rifarebbe?
«A mente fredda, non so se la rifarei, dopo tutto quello che ho passato nelle ore successive, perché Ascoli è una piazza difficile. Non è stato bello, l’amarezza ha prevalso sul senso di sportività e sulla consapevolezza di aver fatto la cosa giusta».
La società come si è comportata?
(breve pausa) «Il presidente Benigni ha precisato che la decisione spettava all’arbitro e che almeno tre reggini erano da espellere».


Ma solidarietà dai suoi colleghi allenatori ne ha ricevuta?
«In molti m’hanno chiamato e questo stempera in parte l’amarezza che però resta e pesa sul futuro. A cominciare da oggi quando, alla ripresa degli allenamenti, mi aspetto altre contestazioni».

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