Conti: Enel nel 2006 continuerà la politica dei dividendi ricchi

La quarta tranche presentata a Piazza Affari: cedola superiore ai 36 centesimi con i soli risultati ordinari. Addio a Brindisi, si cercano alternative. Entro fine anno l’acquisto del 35% Snet

Paolo Giovanelli

da Milano

Fulvio Conti, amministratore delegato dell’Enel, si è presentato ieri a Piazza Affari a Milano, la prima tappa del road show per lanciare la quarta tranche dell’Enel (circa il 10% del capitale per un controvalore intorno ai 4,4 miliardi) con una promessa: la politica dei dividendi continuerà e la cedola superiore ai 36 centesimi sarà sostenibile d’ora in poi grazie ai risultati ordinari di gestione. «Dal 2006 in avanti potremo sostenere un dividendo superiore ai 36 centesimi di euro grazie ai nostri risultati ordinari e facendo anche ricorso alla capacità finanziaria per integrare i dividendi e sostenere la crescita in modo disciplinato», ha spiegato Conti, ricordando la volontà del gruppo di «essere un porto sicuro per gli azionisti». L’ad Enel ha però ribadito che fino a settembre non si potrà fare nessuna previsione su quanto verrà distribuito il prossimo anno e sarà necessario attendere il nuovo piano di gruppo che sarà presentato dopo le ferie. In autunno arriverà comunque una cedola da 17-20 centesimi proveniente dalla vendita di Terna.
L’offerta di azioni, come già riportato dal Giornale, inizierà il 27 giugno e si chiuderà il 1° luglio e sarà la più importante privatizzazione europea di quest’anno, battendo di un’incollatura quella di Gaz de France, che non dovrebbe superare i 4 miliardi di euro.
L’incontro a Piazza Affari è stata anche l’occasione per fare il punto su una serie di questioni che la nuova gestione di Conti dovrà affrontare. La prima, a dire il vero, è stata risolta in maniera netta appena sabato scorso: l’Enel ha dato un brusco addio al rigassificatore di Brindisi cedendo la sua quota del 50% all’altro partner, British Gas, dopo le difficoltà sollevate dalle amministrazioni locali. Ora Conti ha detto che la società guarderà ad altre opportunità: «Stiamo valutando la possibilità di aumentare le importazioni attraverso i gasdotti esistenti e guardiamo con attenzione a impianti di rigassificazione, anche in progettazione in Italia» ha detto.
Nel gas, ma sul fronte della distribuzione, l’Enel punta a raddoppiare il numero di clienti «con una quota di mercato del 20% nel 2009»: l’obiettivo è raggiungere i 3,9 milioni di contratti, di cui 500mila ottenuti attraverso acquisizioni di altre società di distribuzione.
Per un’occasione perduta a Brindisi (ma a dire il vero chi rischia di perderci di più è la Puglia: i sindacati temono per 300 posti di lavoro), altre se ne possono forse concretizzare, anche grazie alla liquidità incassata con la cessione di Wind. «Dopo Wind avremo copiose risorse finanziarie per approfittare delle opportunità che si potrebbero presentare» ha affermato Conti. La prima opportunità, prevista dagli accordi che hanno visto coinvolte Enel, Edf, Edison ed Aem, è l’acquisto di una quota del 35% nella francese Snet (il restante 65% è in mano alla spagnola Endesa) che produce energia con carbone e idroelettrico: «I tempi per l’acquisto del 35% di Snet dipendono dalla procedura che deve essere attivata dai nostri colleghi francesi, ma penso che potremo concludere l’operazione entro l’anno». Le occasioni, ha sottolineato però Conti, «sono più numerose nei Paesi dell’Est Europa» dove Enel ha già delle trattative aperte.
Infine gli investimenti nelle energie rinnovabili: il gruppo ha stanziato 1,7 miliardi nel settore per nuove iniziative tra il 2005 e il 2009.

Circa un miliardo sarà speso in Italia, gli altri 700 milioni all’estero: «Guardiamo all’Europa continentale e alla Spagna per l’energia eolica - ha spiegato Conti - per gli impianti geotermici e idrici, in Centro e Sud America ci sono opportunità importanti».

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