Controcultura

Contrera alle prese con la notte più lunga

Contrera si chiama così, con il cognome. Ex poliziotto, fa l'investigatore privato, nel senso che racimola quanta più grana gli riesca dai poveracci che si recano nel suo "ufficio", la lavanderia di Mohamed nel quartiere Barriera di Milano, a Torino.

Contrera si chiama così, con il cognome. Ex poliziotto, fa l'investigatore privato, nel senso che racimola quanta più grana gli riesca dai poveracci che si recano nel suo «ufficio», la lavanderia di Mohamed nel quartiere Barriera di Milano, a Torino. Lo stesso dove ha vissuto per anni Christian Frascella, che ha inventato Contrera proprio osservando una tristissima lavanderia a gettoni, e ora è al terzo episodio della serie, L'assassino ci vede benissimo (Einaudi).

Un quartiere, diciamo così, poco tranquillo, dove il padre di Contrera è ancora un mito, un poliziotto eroe, che si è ucciso a causa del figlio, perché quest'ultimo, poliziotto corrotto, ha cercato di rivendersi una partita di coca per fuggire in Costa Rica. Il passato tormenta Contrera, insieme ai guai quotidiani, che attira in quantità: la ex moglie rimasta di nuovo incinta, proprio di lui, dopo una sola notte di follia insieme; la nuova e bellissima fidanzata che non lo sa; la figlia adolescente piena di rancore verso due genitori indifferenti; il fatto che viva a scrocco dall'adorata sorella Paola, e che il cognato non lo sopporti, anche perché cerca di dimostrare (fallendo tragicomicamente) che sia fedifrago; infine, l'amico Eddie che è il principale sospettato di un duplice omicidio, un kebabbaro e un cliente ammazzati a colpi di pistola, proprio mentre nel locale si trova Contrera (che però è in bagno...). E c'è un problema in più: Eddie è nigeriano e c'è un gruppo di abitanti di Barriera, capeggiati da Sergione, che ha deciso di «farsi giustizia» contro gli immigrati del quartiere, costituendo la barbarica e violenta Ronda.

Succede tutto in una lunga notte, buia come l'inferno e invasa dalla nebbia di Torino, in cui a Contrera tocca muoversi e orientarsi, un po' alla cieca, un po' aguzzando tutti i suoi sensi, per scovare l'assassino il più in fretta possibile, provando a non rimetterci la pelle. Va detto, lui non resiste a una battuta nemmeno con un coltello puntato alla gola, motivo per cui si ride parecchio, eppure questa volta la nebbia sembra davvero fittissima. Lui però promette: «Io sono Contrera. Compagno del cavolo, padre di merda, fratello approfittatore, cognato insopportabile, figlio degenere, ma investigatore coi controcazzi»..

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