Creste, tagli asimmetrici e righe in diagonale. Look spettinati ma ordinati, acconciature scalate con ciocche ribelli che saltano fuori per movimentare le testa e ammorbidire i tratti del volto. Addio a ciuffi sparati, capelli ingellati e pettinature scolpite. E bentornato stile anni Cinquanta, modello Cary Grant, rivisitato in chiave moderna. La riga ora si fa con il rasoio e diventa più netta, il capello si phona e lascia più gonfio in modo che il risultato finale abbandoni l'effetto leccato-laccato per abbracciare il contrasto marcato. Le basette con ghirigori spopolano tra i giovani, mentre vengono scartate a priori dagli uomini tutti di un pezzo o semplicemente non più ventenni. Per loro vanno invece per la maggiore le basette a mezz'orecchia, ben delineate e rifinite a puntino. Tra i brizzolati dilaga il cashé, un trattamento antigiallo che esalta il capello sale e pepe, colore grigio-bianco naturale, eliminando sfumature giallognole. Tinte e decolorazioni, per non parlare dei riportini, sono out: nemmeno da prendere in considerazione. Il capello a spazzola e il taglio ultra-corto, invece, restano must indiscussi e così George Clooney si conferma icona d'ispirazione per eccellenza. Ma prendono quota anche i colpi di testa o, meglio, di cresta del calciatore rossonero El Shaarawy e lo stile scapigliato-studiato di Marco Bocci, il Domenico Calcaterra di Squadra Antimafia.
Sono loro e soprattutto le loro capigliature a far tendenza nel mondo e nell'era dell'uomo narciso. A dirlo è il guru nostrano Ruggero Daluiso: 36 anni di età e alle spalle oltre 15 di gavetta ed esperienza nel settore capelli ribelli. Parrucchiere per passione e per professione, da Bresso, dove con il padre è titolare di Acconciature Daluiso, si è imposto a San Pietroburgo nell'Europa Cup Open 2012, una sorta di Champions league per acconciatori all'avanguardia. Conquistata la medaglia d'oro nell'ambita categoria fashion, si è anche piazzato al settimo posto dei Campionati Mondiali. Con guizzo creativo, occhio per le nuove tendenze e forbici alla mano, si è fatto strada come hair stylist. E il bello è che lui si presenta con la testa rasata, per non dire la crapa pelata. Con la battuta pronta e senza la minima vergogna confessa che la sua non è stata una mossa presa sulla scia dell'ultima moda, piuttosto una scelta obbligata. «È vero che il trend di stagione conferma e rilancia il taglio a spazzola, ma io ho perso i capelli a 20 anni e da allora me ne sono fatto una ragione», dice Daluiso. «D'altronde se manca o scarseggia il "materiale" è inutile ostinarsi sui quei quattro capelli che sono rimasti o sperare nel miracolo della folta chioma che ricompare all'improvviso contro ogni aspettativa».
Diretto, scherzoso, autoironico, non usa mezzi termini e lancia un messaggio chiaro a chi, come lui, conosce bene concetti come calvizie in agguato e attaccatura in ritirata. In questi casi «le uniche alternative sono il trapianto e la rasatura a zero; personalmente suggerisco la rasatura, complice il fatto che i capelloni tanto in voga negli anni Settanta-Ottanta sono lontani anni luce dalla tendenza del momento». E lui non solo lo sa, ma questo lunedì, è anche pronto a spiegarlo e dimostrarlo a Milano in occasione di un evento d'eccezione per hair addicted. Organizzato dal G.R.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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