Affamare la «bestia», cioè lo Stato, come indicarono, con successo, i liberal economisti statunitensi anni fa quando l'inflazione negli Usa la faceva da padrone. E poi un tetto massimo di tasse che ogni contribuente deve pagare. Non si tratta soltanto di denunciare e indignarsi sugli sprechi della Casta. Non è, sotto sotto, una manovrina politica come altri libri del genere. Non ci si limita a urlare i Vaffa di Beppe Grillo. Tutti legittimi, ci mancherebbe. Nelle 255 pagine di Sprecopoli, editore Mondadori, 17,50 euro, Mario Cervi, cofondatore del Giornale e Nicola Porro, vicedirettore e capo della redazione economia, si cerca di dare anche la soluzione allo scandalo della spesa pubblica italiana controllata, fino all'ultima poltrona, dai partiti. Siano di centrodestra, siano di centrosinistra. Per diminuire quel buco di 750 miliardi di euro, occorre un sistema di regole dove il potere della politica su poltrone e clientele venga ridotto al lumicino. Roba che i moralisti, anche i più liberali, fanno volentieri a meno di dire. E che l'editorialista politico, l'ottantenne Cervi, insieme al giovane esperto di economia, il trentottenne Porro, scrivono chiaramente e seriamente nel loro ultimo libro presentato ieri all'Hotel Bristol durante il convegno delle donne di Forza Italia. A fare da moderatore il capo della redazione genovese del Giornale Massimiliano Lussana. Ospiti l'onorevole Gabriella Mondello, il coordinatore regionale Michele Scandroglio, il coordinatore cittadino Roberto Cassinelli e il consigliere regionale Matteo Rosso che ha presentato anche la sua rubrica del martedì «Carissimi consulenti».
«Bisogna stare attenti alle legittime indignazioni del magna magna e degli sprechi - ha detto in apertura del dibattito Lussana - è giusto che un politico con responsabilità abbia uno stipendio di diecimila euro al mese. Non è giusto che il numero dei parlamentari italiani sia superiore a quelli del congresso degli Stati Uniti. Attenzione ai moralisti e ai qualunquisti».
«Se a livello regionale ci pensa Rosso - ha denunciato Mondello - a livello nazionale alcune volte i politici non vengono smascherati. Così è per il fratello del ministro Pecoraro Scanio, che faceva il calciatore e che è stato fatto eleggere al Senato. Oppure ancora i consulenti del ministro verde, ben 344, battuto soltanto da Rutelli che al ministero dei beni Culturali ne ha 436, contro gli zero del ministro Di Pietro».
«Con Cervi - ha spiegato Porro - percepiamo 0,80 centesimi per ogni copia venduta. Alla Mondadori ci hanno detto che va di moda Sprecopoli, ma è un bruttissimo titolo. Non vogliamo soltanto denunciare gli sprechi ed è legittimo indignarsi. È la soluzione al baratro che ci interessa. Affamare la bestia-Stato e tetto delle tasse pro capite. Uno studio serio insomma. E non vorremmo che ricapiti come è successo ad alcuni liberal scesi in politica.
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