Il Controfestival dei noleggiatori di bus turistici

Patricia Tagliaferri

A Roma c’è il Festival del Cinema e il Controfestival. Che al sindaco Walter Veltroni potrebbe non piacere. Ad organizzarlo è il sindacato Emet bus per far conoscere a tutti i problemi che le aziende di noleggio di autobus turistici devono affrontare «per le politiche scellerate delle amministrazioni locali ed in particolare per gli effetti disastrosi del Piano pullman».
Il Controfestival si terrà domani mattina in viale della XVII Olimpiade, all’angolo di viale Tiziano, proprio a due passi da piazza de Coubertin dove si sta svolgendo il vero Festival, con andirivieni di attori americani e vip nostrani. Nel frattempo un migliaio di pullman gireranno per la città tappezzati di manifesti a tema, debitamente ritoccati dagli interessati. Qualche esempio? «Ladri di biciclette. Prima si accontentavano delle bici, oggi il Comune di Roma si prende i pullman. Regia: Veltroni. Attore protagonista: Calamante». Oppure: «“I soliti ignoti”. La banda del buco si è specializzata nel settore del trasporto pubblico». E ancora: «“La dolce vita”. Per le linee granturismo Trambus e per l’Atac che esige una gabella esagerata per i permessi»; «“Roma città aperta”. Ma solo per le linee granturismo Trambus, Roma città chiusa per tutti gli altri». Dai titoli in cartellone si intuisce che il trattamento riservato dal Comune ai pullman turistici proprio non va giù agli addetti ai lavori. «Abbiamo un triste privilegio - si lamentano quelli del sindacato - la nostra categoria è la più tartassata in assoluto. Siamo noi, autotrasportatori con licenza di noleggio, gli untori del terzo millennio. Siamo noi gli inquinatori dell’ambiente, gli apportatori di smog, i prevaricatori del cittadino, i congestionatori del traffico». Gli imprenditore del settore, insomma, si considerano il bersaglio privilegiato delle misure restrittive dell’amministrazione. È soprattutto la delibera n. 715 del 14 dicembre del 2005 sul piano bus del Comune a non convincere. Soprattutto dopo che anche l’Authority della concorrenza e del mercato ha accolto il ricorso degli autotrasportatori stabilendo che il piano bus «limita la libertà di iniziativa economica di alcuni soggetti e limita ingiustificatamente la concorrenza nel settore del trasporto pubblico di persone». L’Authority «bacchetta» due volte l’amministrazione. La delibera, infatti, non prevede il pagamento della tariffa per l’ingresso e la circolazione nelle zone a traffico limitato per gli autobus delle linee 110 e per gli Archeobus (ricomprendendo queste linee tra i servizi di «gran turismo» esercenti un servizio pubblico di linea), determinando così una «disparità di trattamento tra gli operatori privati che si impegnano a svolgere un servizio per molti versi analogo di visita turistica dei principali luoghi di interesse storico-artistico della città». C’è poi un ulteriore elemento di discriminazione, «ingiustificatamente lesivo della concorrenza tra soggetti che operano su un medesimo mercato»: si tratta della differente tariffa per entrare nelle Ztl prevista per gli operatori che hanno le rimesse all’interno del Comune di Roma rispetto a coloro che hanno le rimesse in altri comuni. L’Authority conclude auspicando che il Comune riesamini la materia sulla base delle osservazioni formulate.

Questo accadeva a giugno 2006. Da allora nulla è cambiato. Nel frattempo il sindacato Emet, accertata la concorrenza sleale, sta predisponendo una serie di richieste di risarcimento danni nei confronti dell’amministrazione.

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