La controindagine sull’omicidio JFK rimasta per anni semiclandestina

Ci sono libri che hanno una natura sotterranea e luciferina. Insomma che puzzano di zolfo. Si occupano di misteri, e magari sono stati stampati e redatti in maniere altrettanto rocambolesca e segreta. È il caso del volume che ora viene ristampato da Nutrimenti: Il Complotto. La controinchiesta segreta dei Kennedy sull’omicidio di JFK (pagg. 265, euro 16,50). Si tratta, infatti, di un lavoro a metà tra il giornalismo e l’intelligence scritto dopo la conclusione delle indagini ufficiali della commissione Warren (27 settembre 1964) sull’omicidio di John Fitzgerald Kennedy (Dallas il 22 novembre del 1963). Il libro, firmato da un misterioso James Hepburn, venne pubblicato con il titolo Farewell America nel 1968 negli Usa e subito dopo in Francia e in Italia con il titolo L’America brucia. Il testo, che circolava in forma semiclandestina (in Italia venne pubblicato da un piccolo editore vicino alla famiglia Agnelli), conteneva delle tesi esplosive. Tesi che ci sono ormai ben note: l’omicidio del Presidente più amato della storia americana era l’esito di un complotto, non del gesto isolato di Lee Oswald, la manovalanza dell’omicidio era stata reclutata in quella zona grigia di connivenze che legavano i servizi segreti americani e la malavita, i mandanti sarebbero stati petrolieri e membri dell’establishment militare e industriale, tra cui il principale indiziato sarebbe stato il miliardario texano H.L. Hunt. E tutto questo prima che, a partire dal 1969, il procuratore distrettuale Jim Garrison rendesse noti alcuni dettagli della sua indagine, come la rianalisi del filmato di Abraham Zapruder, e la teoria della misteriosa «pallottola magica».
Insomma l’inesistente James Hepburn aveva delle fonti di prima mano, complottiste quanto si vuole, che sarebbero diventate di dominio pubblico soltanto tempo dopo. Ecco perché da decenni ci si chiede quale sia stata la genesi del piccolo pamphlet. La risposta offerta dalla curatrice di questa edizione, la giornalista Stefania Limiti, è che dietro l’inchiesta ci fosse direttamente la famiglia Kennedy. I Kennedy diffidarono da subito dell’indagine ufficiale e si rivolsero a Daniel Moynihan, futuro Senatore dello Stato di New York. Non riuscendo Moynihan a cavare un ragno dal buco, si rivolsero ad amici Oltreoceano, ossia i servizi segreti francesi e De Gaulle (che poco amavano le grandi industrie petrolifere americane e i rapporti tra l’Oas e certi ambienti a stelle e strisce). Sarebbe così spiegato il dettaglio di informazioni presente nel libro...

Complottismo? Forse, anche perché quello che si trova nel testo non è adatto a convincere una giuria... Certo però che a leggerlo, pensando in che anno è stato scritto, una qual certa strana impressione la si prova. Come un nodo alla gola...

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