Ribussano. Roma e Milan ribussano alla porta del campionato e noi (in tanti, non solo chi scrive) che dicevamo: Inter che noia, sempre tu, solo tu. E noi che pensavamo: campionato già chiuso anche questanno, dai sbrighiamoci a chiuderlo lì... Adesso ci freghiamo le mani: una a meno cinque, laltra a meno sette (ma con lasterisco di una partita in meno). Stai a vedere che.... Nessun intento di gufare, ma semplicemente tifiamo per il campionato e il nostro divertimento. Gli interisti non saranno daccordo, però hanno tutto: Mourinho che non fa mai mancare la corrente elettrica, una classifica che non fa mancare il buon umore, una squadra che non ti fa mai mancare niente, un attacco che forse invidia perfino il Barcellona, una sofferenza che poi è la loro ragione di vivere in Europa. Insomma hanno tanto. E gli altri, poveretti, quasi niente. Così quando Vucinic, Borriello e Pato ci hanno messo la zampa, quelli che sbuffano da almeno un mese (diciamo dal derby in poi) avranno accettato di farci una figura da profeta mezza tacca e avranno sorriso.
Chissà che il campionato non si movimenti un po. LInter, bontà sua, esclusivamente bontà sua, non centrano arbitri o altre diavolerie mourinhane, ha tirato il freno: tre pareggi in tre partite sono un segnale. Roma e Milan vincono o arraffano, avendo già perso troppo. La Champions gioca per loro, Ancelotti potrebbe metterci il suo asso di picche: non conta che vinca o perda, ma per venti giorni terrà Mou e la sua band (nel senso musicale, non gangsteristico) con il cuore in gola. La Roma ha vinto le ultime sei partite ed è andatura da grande squadra. Il Milan può mettere insieme tre punti anche mercoledì, mentre lInter si giocherà il futuro e forse molto di più a San Siro.
Insomma detto con la ragione, lInter dovrebbe cavarsela con qualche graffio e niente più. Ma, detto con incoscienza, ci può stare che Mourinho esageri con listerismo e la squadra pure, che Moratti non riesca a convincere Abete circa presunti danni alla sua squadra e gli arbitri non smettano di valutare lInter come tutte le altre. E, soprattutto, che la Roma, ritrovando Totti e Toni, diventi una autentica macchina da guerra calcistica. Impossibile pensare che vinca sempre: in quel caso avrebbe la chance di sorpasso. Le basterebbe tener duro per un mese: per arrivare allo scontro diretto con lInter (28 marzo). Parliamo di Roma più che di Milan, perché i rossoneri sono meno attrezzati come squadra, hanno giocatori più logori, gli servono pause ed hanno già perso con lInter con la quale, però, sono pari nel numero delle vittorie in trasferta (6). Dice qualcosa.
Ecco, una volta di più, gli scontri diretti hanno, e avranno, peso nella lotta scudetto. Li avevamo messi nel baule delle dimenticanze, visto leffetto derby. Ora meglio ripescarli. Peccato che Milan e Roma dovranno incrociarsi fra una quindicina di giorni e questo castello di ipotesi potrebbe svanire. Nel caso il pallone scelga e lInter aspetti, andrà a finire che Roma-Inter manderà Mourinho in fuori giri e lInter in fibrillazione (i venticelli romani sono i peggiori dItalia). Ma poi toccherà alla Juve, a San Siro (18 aprile), ritrovare brandelli di nobiltà e chiudere i conti.
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