Il controspionaggio della Chiesa per resistere al regime comunista

Nella storia della Chiesa polacca, oltre ai casi di sacerdoti ricattati dal regime e assoldati come informatori, ci sono stati anche tentativi di vero e proprio controspionaggio. Le gerarchie ecclesiastiche avevano cioè cercato di infiltrare uomini di loro fiducia nei gangli del potere comunista. Lo rivela un rapporto dell’Istituto per la memoria nazionale (Ipn), che analizza gli archivi di Stato polacchi e che in questi anni ha scoperto i preti collaborazionisti. Un tema molto scottante, dopo che lo scorso gennaio il neo-arcivescovo di Varsavia Stanislaw Wielgus è stato costretto a dimettersi il giorno dell’ingresso in diocesi perché sono emerse le prove di una sua passata collaborazione con la polizia segreta.
Il contenuto del nuovo studio dell’Ipn è stato reso noto dal quotidiano Dziennik. Tra i primi informatori al servizio della Chiesa viene fatto il nome di un certo Stanislaw Wozniak, che negli anni Cinquanta ricopriva l’incarico di responsabile del Dipartimento per le confessioni religiose di Katowice. Secondo quanto emerge dagli stessi documenti della Sluzba Bezpieczenstwa (i servizi segreti comunisti), Wozniak manteneva regolari contatti con l’allora vescovo di Katowice, monsignor Herbert Bednorz. Regolarmente pagato per i suoi servizi, l’«agente» favoriva le attività della Chiesa e avvertiva il vescovo ogni qual volta la polizia segreta riusciva ad assoldare un prete-collaboratore.
L’intraprendente monsignor Bednorz tenterà di infiltrare un secondo uomo, Wladyslaw Dyby, nello stesso dipartimento, ma quest’ultimo sarà subito scoperto e processato nel 1959 perché considerato un collaboratore della Curia vescovile. Dall’anticipazione del quotidiano polacco non si evincono altri casi, dunque non è detto che quest’azione di controspionaggio della Chiesa cattolica fosse così organizzata ed estesa. Ma lo storico dell’Ipn, Jan Zaryn, divenuto ormai un’autorità in materia, assicura: «Il regime comunista al proprio interno aveva grosse falle e in diverse posizioni di rilievo manteneva persone fedeli alla Chiesa cattolica». Non è però possibile aggiungere altro sull’eventuale «grado di infiltrazione» della Chiesa negli ingranaggi del regime: «Nessuno finora ha fatto uno studio completo - spiega ancora lo storico - è certo però che quello di Katowice non fu un caso isolato».
E oggi un’altra importante notizia riguarda la Chiesa polacca: verrà resa nota la nomina di monsignor Michele Di Ruberto a nuovo Segretario della Congregazione delle cause dei santi, in sostituzione dell’arcivescovo polacco Edward Novak, sessantottenne, che viene di fatto «pensionato» come canonico di San Pietro. Si conclude così un lunghissimo braccio di ferro che vede lasciare la «fabbrica dei santi» da parte di un prelato molto potente sotto il pontificato wojtyliano. Novak ha resistito per molti mesi e per lui non è stato possibile trovare una diocesi in Polonia.

Di Ruberto, attuale numero tre della Congregazione, conosce già alla perfezione i meccanismi del dicastero. Si attende anche la pubblicazione della nomina del nuovo Segretario della Congregazione del clero, che sarà il vescovo Mauro Piacenza.

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