Il convegno sulla legalità

RomaÈ una prova di forza e compattezza quella che il Pdl vuole dare, il giorno dopo aver sventato la mozione di sfiducia contro il sottosegretario Giacomo Caliendo, malgrado l’astensione degli scissionisti finiani.
L’uso politico della giustizia è il tema giusto e la presentazione di un convegno che il 28 settembre sarà dedicato a questo tema offre l’occasione a ministri, capigruppo e parlamentari fedeli a Silvio Berlusconi per lanciare la campagna per il garantismo e contro il «virus del correntismo», come lo chiama Gaetano Quagliariello, con un chiaro riferimento ai finiani che non sono riusciti a contagiare il monolitico partito del Cavaliere.
«Non c’è una gara tra legalità e garantismo - dice il ministro della Giustizia, Angelino Alfano -: sono due aspetti complementari. Legalità non vuol dire che l’atto di un pm coincida con la verità, garantismo non significa impunità. Su questo principio di legalità accettiamo la sfida di chiunque».
Nel Tempio di Adriano si presenta il convegno «Libertà, legalità e garantismo. L’uso politico della giustizia in Italia», organizzato per la fine di settembre da 14 tra associazioni e fondazioni legate a politici vicini al premier, che per la prima volta decidono un’iniziativa comune. Sono prove tecniche per le prossime riforme. Il Guardasigilli riprende il filo del discorso pronunciato il giorno prima a Montecitorio, in difesa del suo sottosegretario messo sotto accusa da pm e sinistra, ma anche del governo attaccato dall’interno da Gianfranco Fini e dai suoi. «Non è vero che un’inchiesta di per sé, senza un giusto processo, significhi legalità», dice. E ricorda che in Italia ci sono 5,6 milioni di cause civile pendenti, cioè «11 milioni di cittadini che hanno presentato istanza e non ha ottenuto risposta dalla giustizia».
«Abbiamo la giustizia peggiore in Europa - fa eco Brunetta -, servono riforme strutturali». E annuncia per settembre un rapporto sull’inefficienza del sistema della Fondazione Free, che fa capo proprio al ministro dell’Innovazione nella Pa.
Ci sono anche i ministri Sacconi, Carfagna, Gelmini, il sottosegretario Craxi, i capigruppo Cicchitto e Gasparri, i vice Quagliariello e Lupi. Il riferimento al «tradimento» dei parlamentari Fli è implicito in molti interventi. «Stiamo dalla parte della legalità - dice il ministro per le Pari opportunità Carfagna -, ma anche di chi mai e poi mai utilizzerà il giustizialismo forcaiolo per eliminare gli avversari politici». E Lupi ricorda il monito di Pietro Nenni: «A fare la gara a chi è più puro, alla fine trovi sempre qualcuno più puro che ti epura».

Il convegno lancia l’offensiva contro i «settori della giustizia politicizzata e della politica opportunisticamente giustizialista interessati all’uso improprio dell’arma giudiziaria». Ed è rivolto non all’opposizione, «incapace di sfuggire a questa antica tentazione», ma ai moderati. «Sarebbe incomprensibile se sulla giustizia tradissero i propri elettori».

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