Politica

«Copia la destra», sindaci di sinistra in rivolta contro Vendola

da Bari

Il paradosso di Nichi Vendola: presidente comunista eletto in Puglia predicando una «rivoluzione gentile» in alternativa al programma della destra, ora si ritrova messo all’indice dalla sinistra con l’accusa di fare la stessa politica della Casa delle libertà.
Questa volta, infatti, le critiche al governatore pugliese arrivano dalla sua stessa parte politica. La rivolta parte dagli enti locali che danno la sveglia al presidente di Rifondazione comunista, cui imputano una linea di governo identica a quella del centrodestra, contestata senza mezzi termini in campagna elettorale. Ventuno sindaci pugliesi di centrosinistra (tra cui quelli di Foggia e Barletta) hanno scritto una lettera a Vendola, criticando il suo operato per assenza di «discontinuità rispetto al precedente governo di centrodestra» guidato da Raffaele Fitto, attuale coordinatore regionale di Forza Italia. Inizialmente i mittenti erano ventiquattro, ma nella serata di ieri tre si sono dissociati.
Nella lettera i sindaci affermano che «stenta a emergere quel diverso rapporto con i territori che doveva essere il segno più fecondo - dicono rivolti a Vendola - della tua “rivoluzione gentile”, della tua “primavera pugliese”». «Ecco perché - sottolineano a conclusione della lunga lettera - siamo a chiederti la costruzione in tempi rapidi di un percorso che rilanci le intese con il sistema degli Enti locali e che la consultazione con le comunità locali diventi metodo e pratica ordinaria di governo».
Tutto questo «può essere sostanziato, in attesa della piena attuazione del decentramento amministrativo e della riforma dell'ordinamento regionale, in un Protocollo d'intesa fra Regione ed Enti Locali» che individui la consultazione dei Comuni «come metodo permanente per elaborare e condividere decisioni, ma soprattutto per attuare politiche di sviluppo locale e organizzazione dei servizi in ambiti territoriali ottimali».
«Pensiamo sia passo necessario - sostengono - per costruire quel governo del territorio che i pugliesi hanno chiesto e che si attendono sia insieme realizzato da Regione, Province e Comuni».
In precedenza i sindaci avevano elencato nella lettera alcune questioni di cui si è occupato il nuovo governo regionale e «dove è difficile - dicono - evidenziare una discontinuità o elementi di novità rispetto al precedente governo»: dalla gestione dei fondi europei alla riforma sanitaria.
I ventuno sindaci concludono la missiva inviata al governatore Vendola affermando che si continua a legiferare e a deliberare sui Comuni e per i Comuni «in assenza di qualsiasi confronto».
Non è la prima grana per il governatore pugliese, eletto a sorpresa lo scorso aprile. I primi mesi di governo hanno evidenziato crepe nella coalizione, soprattutto per le nomine di competenza regionale, a partire dall’Acquedotto pugliese, di proprietà della Regione.


Ora la tensione si è spostata sulla scelta di una dozzina di direttori generali delle Asl, su cui la giunta non è ancora riuscita a trovare una soluzione che accontenti tutti: partiti, sindaci e operatori sanitari.

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