Senza tregua, Mourinho è così. A Ferragosto porta lInter a Lisbona, dove il mare cè ma è un po più in là, vince lEusebio Cup ai rigori, lascia 48 ore di libertà, richiama tutti per lunedì pomeriggio ad Appiano e poi, siccome non si fida, gliene dice quattro ai ct che gli convocano i ragazzi e glieli distraggono. Agli svedesi ha fatto sapere che la convocazione di Ibrahimovic non gli è piaciuta neanche un po perché aveva programmato tutto per averlo lucido in Supercoppa. Così giovedì sera lo ha tenuto dentro unora e mezzo col Benfica, figurarsi se poteva lasciare questa soddisfazione al ct Lars Lagerbak. Poi ha preso atto a modo suo della convocazione di Burdisso, Zanetti e Cambiasso per lamichevole del 20 agosto a Minsk contro la Bielorussia: «Le regole vanno accettate - ha fatto sapere -, però vado anchio a Minsk, finita la partita li carico sullaereo e torno con loro». Grazie a un jet privato messo a disposizione da quel santuomo del presidente che non gli fa mancare nulla. Già gli secca tutta questa serie di ammalati che non possono seguirlo e se la spassano col dottor Gaudino: Chivu, Cruz, Materazzi, Rivas, Dacourt, Samuel, Cordoba, Adriano, Vieira. Le convocazioni non lo mettono di buon umore, anche se si tratta di Pelè, con lUnder portoghese a Tocha contro la Repubblica Ceca, o Suazo che vola in Sudamerica per le qualificazioni mondiali. Comunque lInter che ha battuto il Benfica ai calci di rigore gli è piaciuta: «Partita molto positiva, per loro era importante fare una bella figura davanti ai tifosi però siamo riusciti unaltra volta a non subire reti, anche se Cambiasso era fuori ruolo».
Non è stata una partita esaltante ma la squadra ha dato lennesima prova di solidità in tutti i reparti, nonostante il palo che ha salvato Julio Cesar nel primo tempo.
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