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Coppa di Lega: a Manchester 54.000 presenti per lo «United 2»

LondraFame di calcio sì, ma non solo. Che i tifosi inglesi siano tra i più fedeli, presenti e partecipi della vita del propri club è ormai un dato acquisito. Lo dimostrano non solo gli stadi pieni in campionato, ma anche le vendite del merchandising, le trasferte in migliaia, le richieste per la pay-per-view. In assenza di quotidiani sportivi, senza la copertura mediatica che c'è altrove (Italia e Spagna, per esempio), l'unica possibiltà per seguire la propria squadra è appunto quella di starle vicino. Ma non durante la settimana perché gli allenamenti sono quasi sempre a porte chiuse. Solo un giorno ogni sette i club aprono a stampa e tifosi. Una distanza che funge da efficace richiamo per le partite ufficiali, quando il tifoso esprime il proprio sostegno incondizionato. Non a caso in Inghilterra non esiste una netta distinzione tra tifosi e ultrà: chiunque, da ogni tribuna, è «autorizzato» a lanciare un coro. Un tifo più democratico e partecipativo che fa sentire ogni tifoso parte di una di una famiglia allargata.
Succede così che la partita, ogni partita, diventi una sorta di messa laica, a prescindere dai suoi contenuti strettamente sportivi. Che sia un incontro di Premiership, di Coppa d'Inghilterra, o persino di Coppa di Lega, la terza competizione per importanza in Inghilterra. Un trofeo che gli allenatori sfruttano per schierare le seconde (chi può permetterselo, anche le terze) linee. Tra martedì e mercoledì, per i quarti di finale, la media spettatori ha superato le 27.500 unità. E non certo per gare di cartello. Perché al «Britannia Stadium» sono accorsi in 22mila per vedere lo Stoke, comprimario in Premier, ospitare l'anonimo Derby. Tutto esaurito al «Turf Moor» per la sconfitta dell'Arsenal ad opera del Burnley. Ma anche all'«Old Trafford», nonostante Sir Alex Ferguson non schierasse un solo titolare, sono accorsi in 54mila per il confronto (dall'esito scontato) con il Blackburn.

Ripagati dallo spettacolo in campo - otto gol- e aprtecipi dello spettacolo sulle tribune.

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