Coppie di fatto, registro congelato: non cita mai i gay

Stop and go. E di nuovo stop. Dopo le polemiche di una settimana fa, il registro delle coppie di fatto viene "congelato". La consigliera Pd Marilisa D’Amico aveva annunciato che avrebbe depositato ieri in consiglio comunale il testo della delibera, primo passo per una discussione che invece sarebbe partita solo "dopo Pgt e bilancio"

Stop and go. E di nuovo stop. Dopo le polemiche di una settimana fa, il registro delle coppie di fatto viene «congelato». La consigliera Pd Marilisa D’Amico aveva annunciato che avrebbe depositato ieri in consiglio comunale il testo della delibera, primo passo per una discussione che invece sarebbe partita solo «dopo Pgt e bilancio». E soprattutto, dopo la visita del Papa a giugno per il Forum mondiale della famiglia. Apriti cielo. La presidente della Commissione Pari opportunità Anita Sonego (Sinistra x Pisapia) che segue dal principio la battaglia sul registro ha accusato il Pd di «una furbata politica» e ha minacciato di dimettersi dalla guida della commissione. Malumori tra i consiglieri di Sel, bypassati su un tema su cui rivendicano quasi il copyright. E scontro anche all’interno del Pd, con l’ala cattolica che ha criticato senza mezzi termini il salto in avanti dell’altra metà del gruppo. La D’Amico ha accettato di aspettare ancora del tempo prima di depositare il documento. E il consigliere di Sel Fabio Gibillini fa presente che tanti Comuni l’hanno contattato per conoscere i dettagli, «il resto dell’Italia sta guardando a Milano come modello, meglio prenderci del tempo invece di realizzare un registro mondo per fare in fretta». E una questione per lui è fondamentale: «In tutto il testo non compare mai la parola omosessuali. Si parla di comunità affettive, coppie di fatto, ma andiamo dritti anche su quel punto che è fondamentale». E la lista dei settori su cui il registro potrebbe avere impatto - dall’accesso alla casa popolare agli sconti per asili o mezzi pubblici - «può essere ancora estesa». L’obiettivo del sindaco Pisapia e della maggioranza è di votarlo entro fine anno.

Anche il deposito del testo in aula, «potrebbe avere una scadenza simbolica - suggerisce Gibillini - ad esempio la data del Gay pride nazionale, che si terrà tra fine giugno e inizio luglio». Guarda caso, dopo la visita del Papa. Così sono contenti tutti.

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