
da Venezia
"Grazie a voi otto cinefili incalliti per cui vale fare questa diretta". Arriva Emanuela Fanelli madrina, ops... da quest'anno "conduttrice" delle serate di apertura e chiusura della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e la platea tra cui il direttore Alberto Barbera viene giù alla cerimonia di inaugurazione della edizione numero 82. "Salve sono un'attrice italiana ed è con questa faccia che Venezia ha ritenuto opportuno aprire questa kermesse, solo il tempo dirà il valore dell'intuizione". Abito lungo brilluccichino come la collana, Emanuela Fanelli due David di Donatello per Siccità e C'è ancora domani ha condotto la serata con una scioltezza, sicurezza e (auto)ironia come non si è visto spesso.
Il discorso prosegue senza alcun riferimento alla politica e al conflitto israelo-palestinese come chiedeva nei giorni scorsi dal collettivo Venice for Palestine ma con un messaggio universale di pace: "Pensate che bello sarebbe se, come nei film, sentissimo anche fuori le vite degli altri come fossero le nostre". Poi il momento tanto atteso con la consegna del Leone d'Oro alla Carriera a Werner Herzog dalle mani del presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco e di Francis Ford Coppola che, nella sua "laudatio", tutta a braccio, cita Nosferatu, il principe della notte e Fitzcarraldo: "Non avevo mai visto film come questi. Ha inventato categorie che credo non abbiano ancora nome. Non esistono registi più straordinari e originali di lui. Ce n'è solo uno. Il grande Herzog".
Il regista tedesco, che l'altro giorno è sbarcato su Instagram salutando i suoi fan davanti a una griglia con una bistecca al sangue ("Sono vegetariana ma adoro questo video" gli hanno scritto nei commenti), ha preso nella mani il Leone d'Oro visibilmente commosso: "Sono molto emozionato, non me l'aspettavo. Questo festival mi è sempre stato caro. Mi sembra strano riceve un leone alato, ho avuto la sensazione di essere un elefante nella stanza per molto tempo. Ora qui a Venezia mostro il mio nuovo film sugli elefanti fantasma".
Herzog, sposato da 30 anni con la donna che proprio Coppola gli presentò a San Francisco, ha chiuso il suo ringraziamento con una verità: "Ho sempre desiderato essere un buon soldato del cinema con determinazione e senso del dovere". Standing ovation.
Risale sul palco Emanuela Fanelli e sembra che scherzi dicendo che ha scritto una lettera, non sapendo se usare "caro" o "illustrissimo", al Presidente della Repubblica chiedendogli "di partecipare al video per la Mostra di Venezia. Potrei dirle che così sarebbe amatissimo ma lei già lo è o azzardare una rivalità con Scalfaro dicendo che lui l'avrebbe fatto...". Di nuovo la platea divertita. Anche quella istituzionale con il ministro della Cultura Alessandro Giuli e il Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni. Tutto in onore del film di apertura La Grazia di Paolo Sorrentino, proiettato poco dopo, con Toni Servillo nei panni di un Presidente della Repubblica.
A sorpresa l'attrice legge la vera risposta ricevuta da Mattarella: "Cara signora Fanelli, premesso che non riesco a individuare parola più significativa di caro, la ringrazio per l'invito e la sua simpatica lettera.
Le confido di avere avvertito la sollecitazione a partecipare al suo monologo come spalla ma ho pensato che il mondo dello spettacolo è composto da professionisti e anche per fare la comparsa occorrono talento per la recitazione di cui temo di essere privo, attitudine ed esperienza. Non ci si improvvisa attori, soprattutto alla mia età non esattamente giovanile".