La chiamano disfida ma non siamo a Barletta, 500 chilometri più a sud, stesso mare d'accordo, l'Adriatico. Siamo nella Romagna capace d'apparecchiare vacanze per tutte le tasche e tutte le età e nello specifico nella sua moderna capitale, Milano Marittima, dove il divertimento ha cominciato a fare rima con il business e l'arrivo dei vip, calciatori, veline, facce da Grande fratello, ha fatto volare il prezzo degli immobili (fino a punte da 12-15mila euro a metro quadrato).
La disfida in atto non ha risparmiato collaudate amicizie personali né associazioni di categoria, albergatori contro ristoratori, fino a coinvolgere il sindaco, Roberto Zoffoli, pd, amministratore stimato anche da chi, Arrigo Sacchi per esempio, è un elettore convinto della concorrenza berlusconiana. Durante tutto l'inverno han preso a litigare e a dividersi sulla naturale vocazione del borgo: da una parte chi ne invoca l'antica tranquillità, garantita dalla presenza di nonni e nipotini, dall'altra chi ne lucida il fatturato delle aziende nate e cresciute intorno al marchio, il Papeete, o il Pineta, bagno dei giovanissimi il primo, discoteca di gran richiamo la seconda. Tutta colpa dell'ultima estate scandita da due eventi clamorosi: 1) la sparizione dei vu' cumprà dalla spiaggia; 2) l'invasione barbarica di ferragosto.
Il merito del primo risultato è da ascrivere all'intervento del ministro Maroni, sollecitato da un paio di amici di fede milanista: convocò a Roma prefetto e questore di Ravenna e ottenne il rispetto della legge in appena 36 ore. Via le bancarelle dal bagnasciuga. La responsabilità del secondo episodio viene invece messa sulle spalle del Papeete, destinazione dei 10mila vacanzieri di ferragosto, i disperati senza alberghi, muniti solo di auto o di pullman dove trascorrere il resto delle notti bruciate nella discoteca all'aperto della terza traversa. La provenienza napoletana di molti di quei scapestrati generò anche polemiche d'altra natura. «Per fortuna l'unico aspetto rimasto fuori dalla mischia è stato il razzismo», la chiosa di Lorenzo Lelli, cronista del Carlino, da mesi incaricato di seguire la disfida.
I danni (qualche finestrino di auto in frantumi, molti rifiuti parcheggiati in pineta) di quell'invasione hanno provocato i dissidi e la guerra dei comitati, dietro i quali, com'è inevitabile, si nascondono gelosie. Così al sindaco è venuta l'idea, il solito soccorso quando non si vuole tagliare un nodo, di affidare a una commissione il compito di stabilire le norme per organizzare gli eventi in spiaggia. E da questa sono arrivate lacci e lacciuoli, vincoli e divieti à gogo costringendo qualche imprenditore (Massimo Casanova del Papeete il primo a uscire allo scoperto) ad accarezzare l'idea di un trasloco presso un'altra spiaggia con gravi conseguenze per il piccolo esercito di lavoratori locali (430 i dipendenti distribuiti tra albergo, la Villa e il bagno). Persino per il rito dell'aperitivo, con tanto di musica, è stato introdotto una disposizione tecnica: le casse non possono superare i 20 watt, che è come introdurre uno strisciante coprifuoco. Anche nella ristorazione offerta dai bagni, sono arrivati divieti stravaganti: impossibile servire fritture di pesce, forse per non dolere la sensibilità dei ristoratori specializzati. Mah. A fine maggio, per esempio, è in programma il matrimonio di Sara Ventura, sorella di Simona, con arrivo di tv e fotoreporter. «Potremo festeggiare quel giorno?» si chiede Rossella Casanova.
Mentre a Milano Marittima preparano il coprifuoco, dall'altra parte dell'Italia, in Versilia, a Marina di Pietrasanta, il comune toscano ha appena varato un nuovo regolamento per autorizzare le discoteche che si trovano all’interno
di stabilimenti balneari a usare, di sera, anche la spiaggia. Incontrando il favore scontato dei proprietari dei bagni che colgono nell'iniziativa la possibilità di moltiplicare i propri guadagni e la propria clientela.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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