Economia

La cordata Edf-Eos soffia Atel ad Aem

I milanesi con Bkw avevano messo sul piatto 800 milioni. Ora dovranno trattare con i vincitori

Paolo Giovanelli

da Milano

La vendita della svizzera Atel è ormai in dirittura d’arrivo: un comunicato ufficiale da parte dei gruppi interessati è atteso questa mattina prima dell’apertura delle Borse. E molti segnali fanno pensare che la società, controllata da Ubs attraverso Motor Columbus che ne detiene il 58,5%, passerà a un consorzio di municipalizzate svizzere guidate da Eos e alla francese Edf. Ma Aem Milano fa sapere che «non considera la partita chiusa».
L’operazione prevede che Motor Columbus si fonda poi con Atel e che Edf salga al 25% della nuova società. Attualmente Edf possiede il 20% di Motor Columbus, la fusione con Atel porterà quindi a una diluizione della sua quota ed è previsto che acquisti dai soci le azioni per salire al 25%, tenendo anche conto che, secondo fonti ben informate, i francesi hanno una prelazione per aumentare di peso nella società svizzera. Il gruppo di Parigi ha però sempre ribadito di non voler conquistare la maggioranza di Atel. Eos detiene già direttamente il 15% di Atel.
L’offerta congiunta di Aem Milano (che ha il 5,8% di Atel) e della svizzera Bkw sarebbe stata respinta: le due società avevano messo sul piatto circa 800 milioni di euro. Ieri sera il presidente e amministratore delegato di Aem, Giuliano Zuccoli, in una conference call sui risultati semestrali della sua società ha ribadito che intende salire al 20% di Atel, evitando di commentare le indiscrezioni sulla possibile vittoria di Edf-Eos. E non a caso ieri sera un portavoce ufficiale di Aem ha detto: «Non consideriamo la partita chiusa».
A questo punto si aprono due scenari: il primo vede un possibile accomodamento tra Aem e i vincitori della gara per Atel, che le permettono di salire comunque al 20%. In questo caso si rafforzerebbe l’alleanza italo-francese che settimana prossima, dopo il via libera della Consob, dovrebbe lanciare l’Opa su Edison.
Il secondo scenario è invece quello che vede Aem estromessa dal gioco: Zuccoli ha più volte detto che non intende rimanere con l’attuale partecipazione. O sale al 20%, o si ritira. E se si ritira, sono due le alleanze che vengono messe in crisi: quella con Atel e quella con Edf. Ancora lunedì scorso Zuccoli ha invitato Ubs a «fare gli interessi di Atel», ricordando che la società svizzera fa il 30% del suo fatturato sul mercato italiano. Più complessa la vicenda con Edf: far saltare per ripicca l’Opa su Edison sarebbe una follia.

E infatti i vertici milanesi hanno sempre ribadito che «non ci saranno conseguenze» con Edf se Aem venisse estromessa da Atel. Ma è difficile pensare che un’alleanza possa resistere a uno scossone simile. Anche se in questo momento è altrettanto difficile valutarne le conseguenze concrete.

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