In Corea del Nord le vacanze più pericolose del mondo

Il regime ha fame di valuta pregiata e apre ai turisti. Ma non allenta la morsa: guai a portare un Blackberry, spedire mail o parlare con la gente

In Corea del Nord le vacanze  più pericolose del mondo

Se ami il viaggio esotico, nel paese più isolato al mondo, fermo a Stalin, dove ti sequestrano il cellulare, non puoi parlare con la gente e rischi una fucilata quando esci dai rigidi binari del tour organizzato, fai una bella vacanza in Corea del Nord. Il regime di Pyongyang, assillato dalle sanzioni e alla disperata ricerca di valuta pregiata, sta aprendo al turismo, rigorosamente controllato e irregimentato. I viaggi individuali sono proibiti, ma il sogno dell’ultimo paese stalinista è quello di attirare turisti, anche dall’Europa, per relegarli in apposite zone speciali, dove, però, potranno «utilizzare internet e mandare mail».

Per questo motivo i nord coreani hanno appena organizzato dei tour dimostrativi, soprattutto con turisti e tour operator cinesi, invitando qualche giornalista occidentale. L’inviato del Washignton Post ha scritto un resoconto a dir poco tragicomico della «vacanza» nel paese più isolato al mondo. «Non portare il tuo cellulare, non provare ad inviare un messaggio di posta elettronica e tantomeno a farti un giretto per strada (da solo). E non si possono mai scattare foto con la gente del posto. Tutto questo è proibito» scrive il quotidiano americano sul viaggio turistico nella Corea del Nord.

Anche i lettori Mp3, per la musica, sono proibiti e devi lasciarli in sacchetti di plastica all’aeroporto. Nella capitale il gruppo «vacanze» è stato confinato in un albergone talmente isolato da essere piazzato su un’isolotto in mezzo al fiume Taedong. I visitatori, secondo il quotidiano Usa, sono stati redarguiti di non scattare foto neppure di edifici, se sono in costruzione, «perchè potrebbero venir utilizzate dalla propaganda (nociva) all’estero». Tutti i pasti si consumano in albergo e le richieste cinesi di andare a un ristorantino locale sono state respinte. Tantomeno si può andare in giro da soli, neppure a comprare souvenir, perchè gli organizzatori hanno ordini precisi di permettere l’accesso a un unico negozio «sicuro».

Le principali attrazioni della capitale sono la casa del fondatore dell’ultimo regno stalinista, Kim Il sung, una specie di arco di trionfo comunista che scimmiotta quello di Parigi e le enormi piazze dedicate alle parate di regime, sempre ben lontani dalla vita quotidiana dei nord coreani. Altri luoghi top da visitare nel paese stalinista sono la zona demilitarizzata con la Corea del Sud, lo stadio dedicato a Kim Il sung e addirittura il museo con i doni ricevuti dalla dinastia comunista, il «caro leader» e il figlio al potere.

Per quanto riguarda il popolo le guide governative spiegano candidamente: «È proibito mescolarsi alla gente comune o fotografarla, perchè non sono a loro agio nel parlare con gli stranieri». Una coppia di cinesi è stata brutalmente ripresa mentre stava dando una bustina di salsa a una donna con un bambino, che avevano osato sorridere.

L’obiettivo del regime è concentrare i turisti in «riserve» internazionali, come la zona del monte Kumgang. Un’area naturale per le vacanze messa in piedi dalla Corea del Sud vicino alla zona demilitarizzata. I cugini meridionali correvano a frotte nella parte proibita del paese, fino a quando, nel 2008, una guardia del Nord non ha tirato una fucilata a una turista di 53 anni. La spiegazione, per averla ammazzata, è che stava entrando in un’area proibita.
Con la fuga dei coreani del sud e l’inasprimento della tensione a causa del programma nucleare di Pyongyang, il regime di Kim Jong Il ha puntato tutto sulla Cina.

Dei 24mila stranieri che visitano ogni anno la Corea del Nord, secondo dati non verificabili, oltre i due terzi sono cinesi. I turisti italiani sarebbero solo 5, ma esistono siti che pubblicizzano le vacanze low cost in Corea del Nord. Le foto di corredo ricordano il periodo stalinista in Unione Sovietica, con grandi raffigurazioni delle conquiste socialiste e sgherri in divisa. L’Unità di crisi della Farnesina conferma che i vacanzieri italiani «si contano sulle dita di una mano». Qualche connazionale è pure entusiasta e descrive sul sito Turisti per caso quanto è bello e tranquillo farsi un viaggio nel paese più isolato al mondo.

«I temuti controlli doganali non si rivelano poi così fiscali - si legge - e i militari si prodigano con cortesia ad aiutare i visitatori nella compilazione dei moduli». I nord coreani hanno lanciato anche una crociera di cinque giorni con una bagnarola, dove le cabine sono anguste e senza bagno, oppure per otto persone.

La Mangyongbong, un bianco piroscafo con oltre quarant’anni di vita, trasporta 200 passeggeri stipati come sardine lungo la costa orientale.

Il New York Times scrive che «durante la crociera l’intrattenimento dei passeggeri era costituito da cene che ricordavano una mensa militare, canti al karaoke inneggianti a Kim Il sung e lunghe gite sulla terra ferma, con ripetuti inviti a non restare indietro, rispetto al gruppo, per non rischiare di venir uccisi».
www.faustobiloslavo.eu

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