Vento di secessione da levante a ponente. Dopo Nervi e Sant'Ilario, dove i cittadini hanno cercato il referendum per votare la propria indipendenza dal Comune, ora è il turno di Cornigliano che non pretende il distacco dal Comune, ma richiede un'autonomia da Sestri Ponente, proponendosi come il decimo municipio cittadino. La battaglia della delegazione ponentina viene portata avanti da un gruppo di cittadini, «corniglianesi doc», i quali stanchi di vedersi assoggettati ai voleri di Sestri hanno voluto alzare la voce. «Ciò che ci preme maggiormente è il trasferimento di alcuni servizi importanti da Cornigliano a Sestri - denunciano Marco Cesaro e Gianfranco Anastasi - parliamo del Cup e del centro prelievi di viale Narisano, degli uffici postali dai quali hanno trasferito il servizio raccomandate a Sestri e Sampierdarena, dello spostamento delle stazioni di Carabinieri e Polizia Municipale». E come se non bastasse all'orizzonte si profila una nuova delocalizzazione che creerebbe parecchi malumori: «Vogliono spostare, guarda caso a Sestri, la segreteria e la direzione della scuola dell'infanzia Guido Rossa, che gestisce le tre scuole comunali di Cornigliano - avvisa Marco Cesaro - In qualità di papà di uno dei bambini interessati voglio informare le istituzioni che noi genitori ci opporremo con tutte le nostre forze anche perché siamo stanchi di dover sempre accettare scelte decise in gran segreto dagli altri». Questi sono «solo» i problemi che riguardano i servizi dedicati ai cittadini; il nodo centrale per il futuro di Cornigliano è infatti legato all'assegnazione delle aree ex Ilva. Negli anni si è parlato di qualsiasi soluzione ma alla chiusura dell'altoforno e all'abbattimento dei due gasometri non è seguito un vero e proprio progetto di riqualificazione in grado di spostare indietro le lancette del tempo, all'era in cui Gilberto Govi definiva il dirigersi a Cornigliano con l«andare in villa». «Vorremmo essere coinvolti, come cittadini, nei progetti che riguardano le aree ex Ilva - dichiara Gianfranco Anastasi - La nostra paura è di finire un'altra volta con il dover ospitare bruttezze quali centrale elettrica, acciaierie, porto petroli, inceneritore e mega depuratore. E a questo punto aggiungerei, perché non anche una bella centrale nucleare?». «La soluzione migliore sarebbe stata l'ospedale a Villa Bombrini perché avrebbe garantito degli alti standard sanitari per la zona - prosegue Anastasi - A noi cittadini poi piacerebbe avere un porticciolo turistico, un palazzetto dello sport, un teatro, una piscina e, perché no, del verde, una spiaggia come a inizio novecento e magari la ricostruzione di castello Raggio». La volontà di riemergere da parte della cittadinanza non manca, basti pensare al recente successo di Ciocofantasy (organizzato da sei persone della Pro Loco) che tra il 23 e il 24 ottobre ha richiamato quasi ventimila persone a Villa Bombrini.
Sul modello di Nervi, i prossimi passi dovranno quindi essere l'istituzione di un comitato, una raccolta di firme nella delegazione e quindi la richiesta di referendum per l'indipendenza municipale. Con le elezioni comunali del 2012 all'orizzonte la «questione Cornigliano» rischia così di diventare una bomba ad orologeria per l'attuale giunta di centrosinistra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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