Il corpo di donna visto da Picasso

Il corpo di donna visto da Picasso

(...) nell'arte del secondo Novecento, raccolta per noi da una grande collezionista, che ha creato in Svizzera un museo-giardino di particolare suggestione.
Il museo ovviamente non c'è, ma ci sono le opere. Troviamo la matericità di Dubuffet e Fautrier, la sofferenza esistenziale di Giacometti, la vitalità di Léger, l'interpretazione onirica della natura di Arp: insomma, una specie di panoramica dei maestri europei degli anni Cinquanta e oltre.
Nello stesso edificio, alla Fondazione Stelline (se il lettore ci perdona il palese conflitto di interessi) si possono vedere le opere di Picasso illustratore, che rilegge Ovidio, Balzac, e altri capolavori della letteratura. Picasso qui ci dà la sua interpretazione, passionale e visionaria, del corpo della donna (che era poi la sua donna di quel periodo, Marie Thérése); ci propone un bestiario fantastico; ci mostra il suo sarcasmo contro il potere e la sua riflessione su che cosa sia il mestiere dell'artista.
A Palazzo Reale è da non perdere la mostra di Donghi: un realista dell'inverosimile.
Ma, direte voi, come si fa a essere realisti e irreali? Non si sa, ma Donghi ci riesce, coi suoi piccoli paesaggi silenziosi e le sue figurette immobili, che sembrano uscite da un museo delle cere.
Non si capisce mai se dipinge creature vive o apparizioni di sogno, forse perché cerca di darci l'idea che la vita stessa è un sogno.
Donghi, romano, è l'altra faccia della Scuola Romana di Scipione e Mafai: niente espressionismo, ma una classicità stupefatta.
Infine, visto che siamo a Pasqua, si potrebbe provare a meditare sui temi sacri.
Ci può aiutare il Museo Diocesano, dove sono esposte le vetrate di Carpi dedicate agli episodi del Vangelo. Con quel modo di narrare, un po' fiabesco e un po' doloroso, che aveva lui. Chi volesse poi addentrarsi nel dibattito dell’arte contemporanea può recarsi alla Triennale Bovisa , e guardare «Timer 01».


È una miscellanea di opere che fotografa le principali linee di tendenza dell’arte recente.
Intendiamoci, non tutto è valido, ma la mostra ha il pregio di dare una visione ampia, non settaria, di quanto sta accadendo. E ce n’è per tutti gusti.

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