Da Correggia a Cascella Visioni oniriche della pittura

Marco Cascella, Francesco Correggia, Domenico David, Nicola Salvatore, e i più giovani Seboo Migone e Federico Vescovo: nomi di artisti considerati dalla critica, ma che non sono conosciuti dal grande pubblico dell’arte contemporanea. Sono stati scelti dalla Galleria Antonio Battaglia per formare la mostra «Visioni Oniriche», a cura di Vera Agosti, che ha inaugurato mercoledì scorso e proseguirà fino al 15 gennaio. «L’aspetto che accomuna tutti questi lavori è la capacità di utilizzare la pittura creando un effetto sempre visionario» commenta Battaglia, e in effetti il grande viso di carattere esotico di Seboo Migone, come i paesaggi notturni di Domenico David, evocano senza descrivere, creano ambienti visionari e astratti, rimandano a sensi nascosti. Più desideroso di sfondare la tela attraverso la contaminazione di diversi codici, appare il lavoro di Correggia: «Mi occupo molto di filosofia, per me diventa un linguaggio metafisico che include quello pittorico». Ecco perché, nelle sue tele, compare sempre una parola, come fosse un elemento plastico che entra nel quadro. Termini come «Eri Eris Erinni», o «Arché», che rimandano a un mondo classico popolano le sue tele e si integrano magistralmente con la pittura, «Contaminazione, oggi, significa ripartire dai classici».

Artista e insegnate all’Accademia di Brera (come anche Vescovo, David e Salvatore), Correggia, per tutti gli anni ’70, è stato artista performativo, e ancora tecnologia e corpo sono elementi della sua ricerca artistica.

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