da Roma
La Corrida come la Fiat 500. O la Vespa 50. «Un oggetto profondamente italiano. Semplice e geniale. Talmente geniale, nella sua semplicità, da restare inimitabile». Il che spiega perché è perfettamente inutile chiedere a Gerry Scotti quali siano le «novità» de La Corrida di quest'anno. «Siete matti? La Corrida non può, non deve avere novità. Deve restare sempre uguale a se stessa; come la 500, come la Vespa. Se cambiasse non sarebbe più lei».
Largo dunque all'inimitabile, immutabile gara di dilettanti allo sbaraglio, sesta edizione dell'era Scotti (dopo le 11 radiofoniche e 10 televisive condotte dal mitico Corrado), in onda per altri dodici sabato sera a partire da oggi, su Canale Cinque. «Largo alla consueta festa in famiglia adatta a tutta la famiglia, senza parolacce né volgarità, e senza nemmeno un esibizionista da reality show». Pare infatti che la dilagante smania di apparire non abbia contagiato i dilettanti pronti a scendere nell'arena: «Da noi i semi-professionisti, i furbetti del quartierino, quelli che vengono come se andassero al Grande Fratello, non trovano spazio - garantisce Marina Donato, autrice storica e vestale dello storico show -. Certo: non è facile continuare a scovare dei dilettanti puri. Ma appunto questo è il nostro compito». «Il fatto è - osserva Gerry - che noi non promettiamo di cambiare la vita a nessuno. Regaliamo soltanto cinque minuti di visibilità. E la massima aspirazione dei nostri concorrenti deve rimanere quella di vantarsene, il giorno dopo, soltanto cogli amici al bar». «Questo non impedisce che la Corrida sia un vero e proprio classico. Che sia, anzi, come Sanremo - aggiunge il direttore di Canale Cinque, Donelli -. Il massimo per i dilettanti, insomma, come il festival è il massimo per i professionisti». Senza contare, aggiunge, che anche se gli ascolti continuano a restare alti («Siamo riusciti a fare il 25 per cento quando, sulla Rai, Fiorello aveva ospite Dustin Hoffmann», s'inorgoglisce Gerry) per La Corrida come per tutti i programmi di Canale 5, quel che conta siano i risultati nel target commerciale. «Ribadisco che noi non siamo in concorrenza con nessuno, perché siamo una tv commerciale e la nostra prima preoccupazione è rispettare gli impegni presi coi nostri inserzionisti». Per questo non vuol parlare di «controprogrammazione»: «Noi non controprogrammiamo contro la Rai - afferma, (alludendo alle polemiche sollevate a proposito della messa in onda di Nassirya)-. Non riteniamo infatti che che ci siano giorni assegnati dal calendario in esclusiva ad un network, piuttosto che ad un altro».
Quanto a Gerry Scotti e al suo futuro, il popolare conduttore annuncia di avere in programma un tv movie con Mara Amelia Monti, Finalmente soli, ispirato all'omonima sit-com e in onda per il prossimo Natale. Dopo 25 anni di Mediaset non pensa di andare in Rai, «perché la Rai è inattendibile.
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