Un testamento firmato Bin Laden, un allarme su scala mondiale e una direttiva straordinaria del ministero degli Interni che innalza la vigilanza su tutto il territorio italiano. Lallarme nasce dalle indiscrezioni sul tesoretto di Abbottabad, ovvero un computer e varie memorie dati ritrovati nel complesso recintato in cui sè chiusa la vita di Osama Bin Laden. Secondo quelle indiscrezioni Osama bin Laden avrebbe lasciato unesplosiva eredità operativa, politica e spirituale contente le indicazioni per dare il via, in caso deliminazione, ad un attacco preordinato. Un attentato studiato per vendicare la propria morte e dimostrare la capacità di Al Qaida di sopravvivergli. Quella potenziale nemesi post mortem avrebbe spinto lintelligence Usa a diffondere un allarme su scala mondiale. Un allarme recepito dal Ministro degli Interni Roberto Maroni che ha subito ordinato linasprimento delle misure di prevenzione.
Mentre il mondo guarda con apprensione alle ultime volontà di Bin Laden i cacciatori di dati elettronici dellintelligence statunitense lavorano contro il tempo. Nessuno conosce ancora qualità e quantità dei dati nascosti in quegli scrigni digitali, ma alcune fonti li definiscono «una miniera doro». Per individuare e caricare sugli elicotteri quel tesoretto la task force di Abbottabad impiega 9 minuti in più dei 30 fissati per loperazione. Ma quei 9 minuti permettono - secondo il direttore della Cia Leon Panetta - di raccogliere «un impressionante quantitativo di materiale che potrebbe permettere di smantellare e distruggere Al Qaida». E salvare molte vite. Non a caso lo studio del materiale è affidato ad un centinaio desperti chiusi in una base afghana.
Il primo forziere da scassinare è il personal computer del capo di Al Qaida. Lanalisi riguarda non solo il suo disco rigido, ma anche la sua provenienza, le transazioni economiche che lhanno portato fin lì, le eventuali connessioni internet, i programmi utilizzati, lanalisi dettagliata di tutti i documenti in chiaro, la ricerca e la decodifica di quelli criptati. Ogni operazione fa capo ad un team specializzato. Capire se si tratti di strumenti acquistati al dettaglio o usciti da strutture pubbliche è fondamentale per individuare eventuali complicità pakistane. Nel caso di acquisto al dettaglio ricostruire la forma di pagamento iniziale e gli eventuali passaggi di mano aiuterebbe a disegnare la rete che garantiva la latitanza di Bin Laden. Il lato oscuro più interessante è la ricostruzione di eventuali connessioni internet. Nel covo del capo di Al Qaida, ossessionato dalle intercettazioni elettroniche, non esisteva né rete telefonica, né rete internet. Ma la traccia di eventuali connessioni via satellite o attraverso un modem a scheda schiuderebbe un mondo di conoscenze. Il vero terno al lotto sarebbe ovviamente il ritrovamento di un archivio dati. Le lettere lindirizzario, i numeri di telefono di Osama Bin Laden e dei suoi badanti rappresenterebbero, anche se pochi ci scommettono, un vero colpo di fortuna.
Il setacciamento del tesoretto di Abbottabad punta ovviamente a individuare il nascondiglio di Ayman Al Zawahiri, il medico egiziano ideologo di Al Qaida considerato il braccio destro e il naturale successore di Osama Bin Laden. Ma le speranze degli analisti della Cia non si fermano lì. Ultimamente Al Qaida, non teneva più collegamenti con i quadri operativi, ma continuava a contare su importanti linee di finanziamento. Individuarle rappresenterebbe un altro colpo grosso. «Al Qaida ha tradizionalmente finanziatori molto ben forniti - ricorda lex-sottosegretario al Tesoro Stuart Levy -. Chi ha fornito risorse allorganizzazione oggi è sicuramente preoccupato perché sa che il suo nome rischia di venir smascherato». Ovviamente si cerca anche di ricostruire il cerchio dei capi militari chiamati a sostituire le decine di comandanti eliminati grazie agli aerei senza pilota. Da quel tesoretto potrebbe emergere una mappa completa della nuova Al Qaida.
Nella lista delle priorità di ricerca nessuna è, però, più urgente dellindividuazione del testamento di Bin Laden.
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