Corsi di formazione, il Comune si rende trasparente

Scatta l’operazione trasparenza. Il Comune investe 33 milioni di euro all’anno nella formazione, quasi 1.200 corsi solo tra il 2007 e 2008 seguiti da circa 18.500 cittadini e distribuiti tra 29 sedi. Peccato che, spesso, i milanesi non abbiano ben presente quanto costano - e valgono - realmente. Solo per fare un esempio: per seguire le lezioni da operatore liutaio presso la Fondazione scuole civiche, un cittadino paga solo 529 euro all’anno, ma senza il contributo di Palazzo Marino dovrebbe spenderne addirittura 9mila 171. Ecco perché da settembre chi frequenterà i corsi di formazione del Comune riceverà al momento dell’iscrizione un «assegno di formazione» che renderà visibile la cifra che spende l’amministrazione. Il tasso di copertura a carico dell’utente va da un minimo dello 0,6 per cento (praticamente a pieno carico del Comune, in genere si tratta del caso di iscritti disabili) a un massimo del 52 per cento. Da parte del Comune scatta anche quella che il sindaco Letizia Moratti ieri ha definito «una piccola rivoluzione» nel modo con cui il Comune si dedica alla formazione. Non sempre, ammette, «i corsi proposti portano a una possibilità di inserimento lavorativo». Scatta dunque il censimento di tutta l’offerta formativa delle scuole civiche per «verificare la buona frequenza dei corsi, il costo correlato alla qualità, gli sbocchi professionali veri, per decidere poi quali corsi ampliare o quali possono essere svolti da altre realtà». Un’attenzione particolare sarà riservata agli over 40, che faticano più dei giovani a reinserirsi nel mondo del lavoro.

Con l’assegno di formazione, ricapitola invece il sindaco, «vogliamo far capire ai cittadini il valore del corso a cui partecipano, anche per metterli nelle condizioni di fare scelte consapevoli». L’assessore al Lavoro Andrea Mascaretti ribadisce che «era importante fare una ricognizione perché i corsi siano efficaci, forniscano le competenze richieste dal mercato del lavoro e per investire al meglio i fondi».

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