Alla corte di Guccione, «principe» del mare

Artisti, critici, magistrati, ambasciatori e parlamentari hanno reso omaggio al grande pittore siciliano del quale il museo di San Salvatore in Lauro ospita una mostra

Francesca Scapinelli

Il mare è la sua musa. Il Mediterraneo con le distese d'acqua e i colori puliti, i momenti di calma e le onde potenti. Per Piero Guccione l'ispirazione viene dal mare, lo stesso che bagna la Sicilia dove è nato, lo stesso che gli è mancato per trent’anni durante il soggiorno romano. E nella Capitale Guccione è tornato due giorni fa lunedì sera per festeggiare il settantesimo compleanno e partecipare alla cerimonia organizzata in suo onore dal parlamentare europeo Antonio Tajani insieme con Lorenzo Zichichi e Norberto Kuri, direttori della casa editrice Il Cigno, e Giorgio Bizzarri, presidente del Pio Sodalizio dei Piceni.
È qui, nel prezioso complesso museale di San Salvatore in Lauro che l’artista è stato applaudito da centinaia di persone. La sala affrescata si è man mano riempita di personalità tra cui il comandante regionale della Guardia di Finanza, generale Daniele Caprino, gli ambasciatori di Tunisia e Romania, Habib Mansour e Coltenau, il giudice Massimo Vari della Corte dei Conti europea, il presidente della Quadriennale di Roma Gino Agnese, il numero due del Conservatorio di Santa Cecilia Giovanni Roma, il preside della Facoltà di Farmacia Franco Cimenti, il sottosegretario del Ministero della Salute Domenico Di Virgilio, il critico d’arte Maurizio Calvesi. E poi gli amici e colleghi del festeggiato, scultori e pittori tra cui, per fare solo due nomi, Bruno Liberatore e Nino Caruso. «Quando ero a Roma ritraevo la città, le automobili, le vie - così Guccione, commosso -. Da quando sono tornato in provincia di Ragusa, il mio soggetto è la natura».
L’omaggio ha coinciso con l'inaugurazione di una mostra con una ventina di opere. «Non si tratta di un percorso - ha precisato l’artista - ma di stampe pastellate in preparazione del quadro esposto in Senato, più alcune incisioni e un dipinto a olio». Le incisioni illustrano una riedizione dei Discorsi di Galileo mentre l’olio, esposto per la prima volta, si intitola «Luna d’agosto».
«Il maestro ha impiegato quasi sei mesi per finirlo - ha rivelato Zichichi, impegnato dall’88 nella diffusione della cultura italiana nel mondo attraverso le edizioni Il Cigno e figlio del celebre scienziato -, una lentezza che si spiega con la ricerca di precisione».
Della sua arte hanno evidenziato alcuni aspetti gli onorevoli Tajani e Claudio Santini: «Esprime un’Europa che vuole dialogare con chi sta al di là del mare, lancia un messaggio di pace».

Non a caso le acqueforti pastellate hanno a loro volta ispirato le intense poesie dello scrittore Tahar Ben Jelloun e della giovane Francesca Merloni, raccolte nel volume Il Mediterraneo di Piero Guccione (Il Cigno) e lette durante la serata.
La mostra è in piazza San Salvatore in Lauro 15. Fino al 10 gennaio, aperta dal lunedì al sabato ore 10.30-13 e 16-19.30. Informazioni: 06.6865493.

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