Corte Ue: «Pensione di reversibilità anche ai gay»

I giudici hanno deciso sul ricorso di un omosessuale «vedovo» del compagno con il quale aveva un Pacs

da Bruxelles

La giustizia europea inventa la pensione di reversibilità per le coppie gay. La sentenza, i cui effetti sono però tutti da valutare, è stata emessa dalla Corte di giustizia del Lussemburgo in merito al caso di un omosessuale tedesco rimasto «vedovo», che si era visto negare la pensione maturata dal compagno di vita con i propri contributi previdenziali.
La Corte ha stabilito che, se l’unione tra due persone dello stesso sesso è registrata, uno dei partner può aver diritto alla pensione di vedovo, se il regime previdenziale del defunto prevedeva la reversibilità. La Corte però si è pronunciata solo in termini di principio. Spetterà al tribunale competente in Germania verificare che i benefici applicabili al compagno sopravvissuto siano analoghi a quelli concessi a un coniuge.
L’uomo che ha presentato ricorso, nel 2001 aveva registrato un «Pacs» alla tedesca, un’unione solidale, prevista dalla legge, con un costumista teatrale iscritto dal 1959 all’ente incaricato della gestione dell’assicurazione di vecchiaia e superstiti del personale artistico dei teatri tedeschi. Alla morte del costumista, il partner ha chiesto di poter usufruire della pensione come vedovo, ma la sua domanda è stata respinta.
L’autorità giudiziaria tedesca chiamata a pronunciarsi sul ricorso proposto dal gay ha adito la Corte europea di giustizia per stabilire se il diniego della pensione costituisse una discriminazione vietata dalla direttiva sulla parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro che mira fra l’altro a combattere la discriminazione basata sull’orientamento sessuale. La Germania, sottolinea la Corte nella sua sentenza, pur riservando il matrimonio alle sole persone di sesso diverso, ha tuttavia istituito l’unione solidale, le cui condizioni sono state progressivamente equiparate a quelle applicabili al matrimonio.

In sostanza, ha stabilito che un «Pacs» comporta diritti analoghi a quelli di un matrimonio, mentre l’istituto previdenziale aveva limitato il beneficio della pensione ai soli coniugi superstiti.
Il diniego, secondo i giudici europei, «costituisce una discriminazione» fondata sull’orientamento sessuale. Perché la decisione si concretizzi, comunque, manca ancora un passaggio in un tribunale tedesco.

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