Roma

Al corteo un gruppo di manifestanti urla: «Dieci, cento, mille Nassiriya»

Giro (Fi): «Veltroni chieda scusa per Roma»

Stefania Scarpa

«Dieci, cento, mille Nassirya», torna l’inquietante slogan urlato su una piazza italiana. E l’hanno sciorinato e gridato senza tanti problemi, ieri mattina, i Rash-Skin che hanno sfilato tra i trentamila al corteo promosso dall’Anpi (l’Associazione partigiani) per festeggiare il 61° anniversario della Liberazione. Si tratta di un gruppo (Red anarchist skin heads) che si rifanno ad ideologie comuniste, anarchiche e socialiste. «Per i carabinieri e la polizia dieci, cento, mille Nassiriya» hanno, così, urlato i manifestanti. «Non siamo un centro sociale ma un gruppo di “pischelletti” nato a Roma un anno fa», spiega una ragazza che non ha voluto presentarsi e che reggeva con altri giovani un lungo striscione con la scritta «La resistenza non ha epoca». Sventolavano bandiere tutte rosse, alcune delle quali con il simbolo della falce e martello disegnato con lo spray nero, mentre ritmavano «Luciano Liboni spara per noi», «Basco nero il tuo posto è al cimitero». Lo slogan è stato subito condannato dal presidente dell’Anpi di Roma e del Lazio, Massimo Rendina. Ad aprire il lungo serpentone partito da Porta San Paolo intorno alle 10, uno striscione che recitava «I partigiani», a seguire molti altri: «L’antifascismo non si arresta», «Ieri e oggi, Resistenza è liberta» o «Non diamo tregua a fascisti e stragisti». Nonostante lo striscione su Nassirya, hanno prevalso i colori arcobaleno della bandiera della pace e il rosso delle bandiere di Rifondazione comunista, dei Comunisti italiani, dei Democratici di sinistra, della Cgil e dei centri sociali. Una volta giunto in piazza Venezia, il corteo si è diviso in due, da una parte l’Anpi che ha concluso le celebrazioni in piazza del Campidoglio, dall’altra i centri sociali e i movimenti diretti a Piazza Cavour. Duro il commento di Francesco Giro, consigliere politico del coordinatore nazionale di Forza Italia, Sandro Bondi: «Una manifestazione popolare organizzata a Roma per celebrare lo spirito unitario del 25 aprile, che aveva il suo epilogo nella prestigiosa piazza del Campidoglio, non meritava questo ennesimo sfregio alla memoria dei nostri caduti in Irak. Ci auguriamo - ha sottolienato - che il sindaco di Roma Veltroni prenda subito le distanze dal vergognoso striscione esibito nel corso del corteo romano del 25 aprile dove campeggiava l’ignobile striscione». «Dieci, 100, 1000 Vergogna!». Ha replicato il capogruppo di An alla Provincia, Piergiorgio Benvenuti.

«Ancora una volta si è data voce – ha detto - a estremisti dell’ultrasinistra che offendono il nostro Paese».

Commenti