«Così farò innamorare gli yankee della 500»

«La mia sfida più grande, che è poi la sfida di qualunque marchio che abbia alle spalle una storia e un’esperienza come quella di Fiat, è di mantenere l’identità italiana e allo stesso tempo soddisfare le esigenze della clientela americana».
Quella del 17 novembre 2010 sarà una di quelle date che Laura Soave, responsabile del marchio Fiat per il Nord America, manterrà ben stampata nella propria mente: il lancio ufficiale, dal palcoscenico del Salone di Los Angeles, della 500 e, più in generale, il momento clou del rientro dopo 27 sul mercato americano del brand di Torino. La manager nata a Detroit 38 anni fa (la famiglia è originaria di Frosinone) e proveniente da esperienze nei gruppi Ford e Volkswagen, è stata scelta da Sergio Marchionne.
Da marzo, quando è stata nominata, a oggi, non ha rilasciato dichiarazioni, pensando solo a preparare nel modo migliore il giorno del ritorno ufficiale della Fiat negli Usa. Ci parli del suo stato d’animo, di come l’opinione pubblica e la stampa Usa hanno atteso questo evento.
«Come esponente della prima generazione di italo-americani, per me è stata una grande emozione avere l’opportunità di riportare un brand come la Fiat negli Stati Uniti. In questi mesi ho visto un forte interesse da parte dei media, specialmente in città come Los Angeles e New York, che saranno due mercati cruciali per la 500. Tantissime persone ci stanno seguendo tramite Internet, sui social network e sui blog, e stanno dimostrando un entusiasmo incredibile per questo ritorno».
Dunque, il web ha avuto un ruolo importante nel percorso di avvicinamento alla presentazione ufficiale.
«Per la “Prima Edizione”, cioè i primi 500 esemplari della vettura che sono stati proposti in edizione limitata, non abbiamo dovuto fare campagne pubblicitarie. Le abbiamo vendute solo on-line, sul nostro sito. In appena due ore».
Ritenete quella di Los Angeles una vetrina più trendy rispetto al serioso Auto Show di Detroit che si svolgerà in gennaio?
«Quello di Detroit è ancora un Salone molto importante, ma Los Angeles sarà il mercato numero uno per la 500. È una grande opportunità per noi essere qui, e partire da questa città per segnare il ritorno del marchio Fiat negli Stati Uniti. Il Salone di Los Angeles, inoltre, è quello più orientato verso le tecnologie eco-compatibili».
E ora la decisione di Marchionne di puntare su una donna, e soprattutto su una italo-americana, per il marchio Fiat. Che cosa ha pensato e come hanno reagito i colleghi?
«Non credo che essere una donna sia stato un motivo di vantaggio o di svantaggio nella scelta. Di sicuro, il fatto di essere italo-americana incide sul modo in cui vivo questo lavoro, perché c’è un forte coinvolgimento anche dal punto di vista personale. Essere un ponte tra l’America e l’Italia, tra due culture aziendali, e avere il compito di assicurare che un’icona come la 500 mantenga anche negli Stati Uniti la propria essenza e la personalità italiana, è una grande responsabilità, ma anche qualcosa che dà un significato più pieno e più profondo al mio impegno».
Sarà una sfida. Chi teme di più? E gli americani sono pronti all’auto elettrica?
«Siamo consapevoli della competizione che caratterizza il segmento, ma la nostra 500 è unica nel mercato e offre qualcosa che le altre vetture “small” non possono dare».
Ovverosia?
«È un perfetto mix di emozione e razionalità, ha la migliore tecnologia disponibile unita allo stile e al design italiano. Questo per noi è un grande inizio, perché abbiamo un grande prodotto.

Ovviamente, lo abbiamo dovuto adattare al contesto americano, sviluppando per esempio un cambio automatico a 6 marce o modificando alcuni particolari, in modo da assicurare che la 500 sia fatta su misura anche per il Nord America. Quanto all’auto elettrica, è un’opportunità che sta emergendo, soprattutto nelle aree urbane, dove noi saremo competitivi».

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