Monte Sacro, Tor Bella Monaca, Tufello, Corviale, Nuova Ostia. Questi i quartieri dove a Roma ottenere una casa popolare pubblica è più facile. Altro che graduatorie e liste dattesa comunali. Basta pagare. Chi? I boss, naturalmente. O meglio i sottopancia dei boss. Luogotenenti, esattori, piccoli malavitosi. Alla bisogna anche usurai e spacciatori. La mejo gioventù del crimine. Quello delle okkupazioni abusive è un racket che a Roma dilaga. Rischi zero, guadagni alle stelle. Nessuna cupola, però. Niente camorra. Solo malavita locale, con guardaspalle fidati, magari ex pugili, e informatori agli sportelli degli uffici casa, negli ospedali, fra gli ex-ispettori dellAter, i portieri. Una fitta rete di «sentinelle».
«Sanno dove colpire», spiega Frediano Manzi, presidente dellassociazione Sos Racket e Usura: «Le vittime predilette sono anziani, disabili, gente che vive sola. Basta andare in ospedale, assentarsi per qualche giorno. Due settimane. Al ritorno si trova la serratura cambiata e buonanotte». La tecnica è precisa. La casa viene occupata, ad esempio, da una ragazza madre con bambini piccoli. La normativa è contorta, non si può sbattere in strada su due piedi una donna incinta o un disabile over 80. Passano i mesi, le forze dellordine hanno mille problemi. Poi subentrano i veri «inquilini» e i boss mandano a riscuotere. Le zone più colpite dal racket? «Tor Bella Monaca, Corviale, Ostia, Montesacro, Tor Marancia - risponde Manzi - Ma anche Anzio, Aprilia, il litorale. Ad esempio a Pomezia, nelle case Ater di via Ugo La Malfa, la situazione è identica se non peggiore».
Il tempismo è la parola dordine. Ai primi di ottobre a Nuova Ostia, mentre la vittima di un drammatico incidente sulla via del Mare veniva trasportata moribonda in ospedale, la sua casa in via dei Forni era già stata okkupata da una ragazza madre con bimbo di 3 anni. In questo caso vigili e polizia lhanno messa fuori. Ma per una volta che va male, cento blitz vanno a segno. Una di queste ragazze è stata identificata come responsabile di ben 15 okkupazioni. Una vera star, «molto richiesta».
Fra i più colpiti è lAter. A via Giorgio Morandi, Tor Sapienza, denuncia listituto, è impossibile ristrutturare le aree condominiali di proprietà dellente: troppi abusivi dentro i garage, barricati nei sotterranei. I vigili sono impotenti, servono carabinieri e polizia. Il presidente dellAter Luca Petrucci a settembre ha scritto al Prefetto di Roma. Aspetta fiducioso. Altrove depositi e magazzini sono okkupati e ristrutturati in bar, tavole calde, pizzerie, gestite da delinquenti del posto. A Ostia Lido, fra via delle Ebridi e via della Tortuga, denuncia Oscar Tortosa, vice-segretario regionale IdV, oltre duecento box di un grosso complesso Ater sono stati trasformati dal racket in dormitori per immigrati. Cè tutto: bombole, provviste, brandine. Guadagno netto, niente imposte, niente spese. Chi non paga, meglio che sparisca dalla circolazione. In certi cortili il racket affitta addirittura, al posto dei letti, vecchie auto abbandonate. Per una notte, una settimana.
Ma è il mercato in nero degli alloggi popolari il vero business. «A Tor Bella Monaca la criminalità è arrivata persino a costruire cancelli e inferriate allinterno dei palazzi - afferma Tortosa -. Gli abitanti si sentono, loro malgrado, prigionieri».
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