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Così ha funzionato il «trappolone» di Hamas

Gli analisti israeliani più vicini al governo di Benjamin Netanyahu ne sono convinti, Hamas ha organizzato un bel trappolone per rompere l’embargo e c’è riuscito grazie alla collaborazione di alcune organizzazione umanitarie assolutamente colluse e di altre ridotte al ruolo di “utili idioti”. Tra i complici assoluti ci sono i fondamentalisti turchi di Ihh, il Fondo di aiuto umanitario che ha armato la Mavi Marmaris abbordata dagli israeliani e altri due mercantili.
Tra gli utili idioti - secondo il sito Ngo-Monitor.org dedicato al controllo delle organizzazioni sospettate di contiguità con i palestinesi - vi sarebbero primattori dell’assistenza umanitaria come Amnesty international, Human Rights Watch e Oxfam. Se la contiguità dei volontari turchi di Ihh appare evidente dalle foto che ritraggono il suo fondatore Bulent Yildirim in compagnia di Khaled Meshaal, segretario generale di Hamas in esilio a Damasco, quella degli “utili idioti” non è meno importante.
La cassa di risonanza fornita ai cosiddetti “pacifisti” della flotta per Gaza è fondamentale, secondo gli analisti di Ngo-Monitor.org per avvalorare l’impressione di un attacco brutale e indiscriminato e rilanciare l’idea di un embargo odioso quanto illegittimo perché rivolto contro la popolazione civile. Amnesty International, ad esempio, pretende dal governo israeliano «un’indagine credibile e indipendente sulle uccisioni messe a segno dalle sue forze armate». Human Rights Watch, pur sottolineando di non aver potuto svolgere un’inchiesta, non perde l’occasione per denunciare «un blocco di Gaza che corrisponde a un’illegittima punizione collettiva».
Entrambe le organizzazioni dimenticano i video che documentano l’assalto ai soldati israeliani da parte di una ciurma “pacifista” armata di spranghe, del capitano degli incursori sceso per secondo sulla Mavi Marmaris e salvatosi per miracolo dal linciaggio.
Per il Centro palestinese per i diritti umani, finanziato dall’Unione europea, l’azione israeliana è un «crimine odioso... un attacco caratteristico della lunga serie di crimini di guerra e delle gravi violazioni messe a segno a danno dei civili».
In quello e in tutti gli altri comunicati non si fa accenno al rifiuto di Hamas di rinunciare alla pretesa di distruggere Israele, al rapimento e alla detenzione del militare Gilad Shalit prigioniero da quattro anni, alle campagne a colpi di missili e mortaio contro i centri abitati israeliani e al contrabbando di armi e munizioni provenienti dall’Iran.
Insomma per le organizzazioni umanitarie le ragioni dell’ umanitarismo stanno sempre da una parte sola e non includono mai lo Stato ebraico. Opinione lecita, se espressa a tavolino. Perversa se utilizzata per montare una campagna utilizzata da Hamas per rompere l’assedio e garantirsi un nuovo riarmo.
Una campagna che sta già dando i primi risultati. Ieri Il Cairo pur di non venire assimilato a Israele ha aperto il valico di Rafah sul lato sud della Striscia.

Grazie alla forzata benevolenza di un Egitto timoroso di disordini interni e scontri alla frontiera l’embargo di Gaza è dunque infranto e Hamas può nuovamente muovere non solo merci e persone, ma anche armi e denaro.

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