Penso innovativo

"Così la neuroscienza ci aiuterà a rilanciare economia e consumi"

L'esperto di neuromarketing: "Investite nel futuro, guardando meno lo smartphone..."

"Così la neuroscienza ci aiuterà a rilanciare economia e consumi"

Lo chiamano «never normal», un momento in cui cambiamenti sociali, economici e tecnologici stanno causando un salto nel futuro difficile da pronosticare. Ci vuole dunque e una bussola, perché - dice Lorenzo Dornetti, direttore del neuromarketing Lab, «dopo il new normal a cui ci eravamo abituati in attesa che la pandemia si risolvesse, tutti i punti di riferimento e le certezze sembrano svanite. Con un conflitto in piena Europa che ci ha catapultato in un'epoca che sembrava lontana e con ricadute economiche sull'inflazione ed uno dei peggiori anni finanziari della storia». In questo la neuroscienza può venire in aiuto.

Come reagisce il cervello in questo periodo?

«Le sfide a cui fare fronte appaiono come continue, inaspettate e sempre diverse. Si genera uno stato di stress costante nelle persone che si riflette nei comportamenti di acquisto e nelle decisioni finanziarie. Di fronte a continue complessità, soprattutto inattese, il cervello rilascia grandi quantità di cortisolo».

Con quale risultato?

«L'eccesso di questo ormone, la sua produzione continua, determina un insieme di comportamenti detti freezing, congelamento: le persone si fermano, si bloccano».

Qual è la ricaduta sull'economia?

«Estrema paura. Di fronte all'incertezza gli esseri umani attuano 2 schemi comportamentali: procrastinazione ed accumulo. Rimandano tutti gli acquisti non necessari e mettono da parte risorse per il futuro. Non è un caso se proprio in questi due anni si è registrato il record di depositi sui conti correnti italiani, superando la cifra di 1600 miliardi. Questi meccanismi sono più intensi oggi rispetto al passato, perché le persone sono continuamente esposte con i social media ad immagini e notizie drammatiche, che attivano senza sosta i circuiti dello stress.

Qual è la più grande sfida in questo periodo?

«Le ricerche condotte da Thaler e Kahneman, i padri dell'economia comportamentale, hanno dimostrato che le scelte economiche sono mosse dall'emotività. Prendiamo l'inflazione: la sua crescita dovrebbe spingere le persone ad investire in maniera attiva i risparmi, invece l'immobilismo regna sovrano. L'ISTAT stima il fenomeno di impoverimento da immobilismo sui conti correnti superiore ai 76 miliardi. E mi riferisco anche ai milioni di persone che malgrado il periodo hanno mantenuto il reddito o hanno alle spalle un buon patrimonio».

Quali consigli arrivano dal campo delle neuroscienze?

«Provare ad essere razionali quando si tratta di denaro. Investire considerando un orizzonte di lungo periodo. È una pessima abitudine controllare i propri investimenti ogni giorno, con app sullo smartphone, perché piccole perdite alimentano il circuito dell'ansia. È utile farsi supportare dai consulenti finanziari, ma anche attenuare le tendenze emotive a non fare nulla.

O a scappare al primo minimo calo delle Borse».

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