
Da quando nelle nuove indagini sul delitto di Garlasco si è parlato dell'impronta 33, si è aggiunto anche che gli inquirenti avrebbero cercato l'intonaco asportato dal muro, quello delle scale verso la cantina, sul quale si trovava appunto l'impronta stessa. Ma c'è una novità non poco rilevante. A darla è stato Quarto Grado: l'intonaco asportato sarebbe stato interamente consumato nelle analisi che si sono svolte nel 2007. In pratica, venne effettuata una prima lavorazione, la quale diede esiti dubbi, per cui gli inquirenti dell'epoca dovettero utilizzare tutto l'intonaco per procedere ad altre analisi.
In altre parole si potrebbe lavorare esclusivamente sulle fotografie dell'impronta 33. “Questi continuano a fare i conti senza l’oste. Dove sono i reperti di raffronto? - è sbottato l'avvocato Massimo Lovati, che difende l'indagato Andrea Sempio, al quale è stata attribuita l’impronta - Facciamo il processo ai pezzi di carta, alle fotografie! Ma basta! Non ne posso più”.
Il legale Lovati, in collegamento con la trasmissione di Rete4, ha commentato inoltre in relazione all'analisi dei nuovi reperti, ovvero il packaging del cibo consumato rinvenuto nella spazzatura della villetta di Garlasco: “Ho fatto un incubo. Che nel Fruttolo c’è il Dna di Sempio. Poi ognuno fa le considerazioni che crede”. Nella spazzatura si trovavano infatti due vasetti di Fruttolo, un alimento che Chiara Poggi, la vittima dell'omicidio uccisa il 13 agosto 2007, non avrebbe potuto consumare poiché allergica al lattosio. “Temo come difensore di dover affrontare una realtà diversa. Io faccio dei pensieri semplici”, ha aggiunto Lovati, il quale comunque esclude che Sempio sia passato dalla villetta dei Poggi, da quando l'amico Marco Poggi era andato in vacanza in Trentino con la famiglia.
Intanto gli inquirenti sono tornati a casa Poggi con un laserscanner 3D, per ricreare la scena del crimine con le macchie di sangue. Si tratta di un'analisi già effettuata a suo tempo, tuttavia questo laserscanner è molto più veloce di quello usato in passato. Secondo Luciano Garofano, all'epoca comandante dei Ris e oggi consulente della difesa di Sempio, le nuove analisi differiranno di poco di da quelle del passato. “Io credo all’innocenza di Andrea Sempio”, ha chiosato Garofano, promettendo che si se ci dovessero essere “anche un minimo dato tecnico o traccia, consiglierei di andare dai carabinieri o in procura” ai difensori dell’indagato. Qualora così non fosse, rimetterebbe il mandato.
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L'avvocato Lovati rigetta inoltre l'ipotesi di più persone presenti nell'esecuzione dell'omicidio, aggiungendo che l'indagine del 2007, in cui Sempio è stato archiviato, non poteva essere aperta perché quel decreto di archiviazione non è stato impugnato: “Il fatto è chiaro: ci sono le impronte di una persona, perché è stato compiuto da una persona. Il concorso era l’unico modo per riaprire l’indagine. Non possono rifare il processo ad Alberto Stasi perché è coperto da giudicato e lì si parlava di omicidio volontario”.
Nel 2015 Stasi è stato condannato per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi: sta scontando la sua pena, ma intanto a marzo 2025 l'indagine è stata riaperta con l'iscrizione nel registro di Andrea Sempio per omicidio in concorso con ignoti o lo stesso Stasi, sebbene pare non ci fosse conoscenza tra condannato e indagato.