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Così Pecoraro Scanio raccomandò l’arrestato

Le carte smentiscono il titolare dell’Ambiente che ha negato ogni rapporto con il subcommissario finito nell’inchiesta su rifiuti e appalti truccati in Campania. In una lettera a Bertolaso il ministro definì «adeguato» Claudio De Biasio, ora inquisito dai giudici per favori alla camorra

Milano - Nessuna rosa di nomi, ma una breve lettera con due indicazioni precise, su carta intestata del ministero dell’Ambiente, spedita per conoscenza anche alla presidenza della Regione Campania, firmata dall’onorevole Alfonso Pecoraro Scanio e indirizzata a Guido Bertolaso, da ottobre commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania. Cinque righe in cui il ministro verde raccomanda a Bertolaso due persone «adeguate» a ricoprire i delicati incarichi vacanti, quello di subcommissario alla raccolta differenziata e un altro vice con delega sugli impianti. Il primo nome nella lettera, corredata dai curricula, è quello di Alberto Pierobon, attuale subcommissario con delega sulla raccolta differenziata. L’altro è Claudio De Biasio, anch’egli nominato poi a marzo come numero due e con delega sugli impianti, agli arresti da martedì con l’accusa di truffa aggravata per fatti che si riferiscono al 2004. L’architetto, che a quell’epoca era direttore del Consorzio Caserta 4 - ente che si occupa di raccolta differenziata - avrebbe favorito imprenditori collegati al clan camorristico dei Casalesi. Secondo la procura di Napoli, fu poi attraverso la pressioni di altri indagati che De Biasio, alla fine del 2004, riuscì ad entrare al Commissariato per l’emergenza rifiuti, all’ufficio tecnico. Ed è lì che Bertolaso lo ha trovato, senza essere mai informato delle indagini in corso, quando ha ricevuto l’incarico di commissario.
La lettera smentisce dunque quanto dichiarato dallo stesso Pecoraro Scanio in un’intervista al Corriere del mezzogiorno, in cui si tira fuori completamente dalla nomina di De Biasio. «La legge non mi assegna competenza per la nomina di un subcommissario agli impianti - ha spiegato il ministro -. La nomina prevede che il ministro possa influire sulla scelta del subcommissario alla raccolta differenziata. Infatti rivendico pienamente la nomina di Alberto Pierobon. Non ho fatto lo stesso per De Biasio che è stato investito della delega da Bertolaso di sua iniziativa». Il ministro spiega dunque di non aver influito affatto sulla scelta, non avendone la competenza. E aggiunge di aver solo risposto ad una richiesta di Bertolaso che, dovendo sostituire il subcommissario Turiello, avrebbe chiesto indicazione al ministro. In realtà le cose sembrano essere andate diversamente, come dimostra la lettera, che risale a gennaio, in cui il leader verde, di sua iniziativa, si rivolge a Bertolaso inviando entrambi i curricula, per entrambe le cariche. «Caro Bertolaso, ti invio i curricula di due persone che potrebbero svolgere le funzioni di subcommissari. L’architetto Guido De Biasio e il dott. Alberto Pierobon». Firmato dal ministro e onorevole. In serata il direttore generale del ministero dell’Ambiente ha poi raccontato di aver a suo tempo, cioè ad ottobre, consigliato al capo di Gabinetto proprio De Biasio come papabile per quella nomina.
Mercoledì nell’audizione in commissione sull’ecomafia Bertolaso si è assunto la responsabilità delle nomine, ma ha anche riferito «di aver avuto l’indicazione dal ministero». Il capo della Protezione civile ha anche aggiunto di non aver mai avuto modo di dubitare «della competenza e correttezza» di De Biasio: «La sfera di cristallo non ce l’ho».
E mentre la Cdl chiede conto a Pecoraro Scanio, richiamandolo alle responsabilità per le infiltrazioni camorristiche nell’emergenza rifiuti, i Verdi fanno quadrato attorno al ministro. Proprio mentre scoppia un’altra grana. Perché oltre all’incarico al Commissariato, quasi negli stessi giorni, De Biasio aveva ricevuto l’offerta di un’altra consulenza, questa volta dalla Commissione sull’ecomafia. E il senatore ulivista Roberto Barbieri, presidente della Commissione, ha dovuto ammettere in audizione di aver ricevuto anch’egli un’indicazione politica in merito. La lettera in cui comunica a De Biasio «la designazione a collaboratore della commissione di inchiesta che ho l’onore di presiedere» data l’1 marzo scorso. Fonti vicine alla commissione individuano l’autore della segnalazione in Camillo Piazza, vicepresidente della Commissione stessa e deputato dei Verdi.

Che mercoledì, dopo l’audizione, si sarebbe sfogato con Barbieri per essersi lasciato sfuggire quelle parole di troppo.

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