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«Così procuravo i ragazzi per una notte»

CONFESSIONE Il nigeriano a «Panorama»: «Balducci l’ho conosciuto 10 anni fa, ogni tanto mi regalava pochi euro»

Thomas piange. Thomas si dispera. Thomas grida al mondo le sue verità. Lui non è mai stato un «religioso», come hanno scritto per via dei suoi studi all’Università Pontificia. Non è nemmeno più un «ragazzo» del coro alla Cappella Giulia, unica cosa pulita che dava ancora senso alla sua vita. Da lì lo hanno cacciato mercoledì, senza nemmeno un briciolo di pietas cristiana.
Resta allora lo spazio per una pena laica. Perché il quarantenne nigeriano Thomas Ehiem, un passato da ruffiano e da amante omosex a pagamento che lui non può e non cerca di nascondere, ora è soltanto un povero cardiopatico. Senza lavoro, senza soldi e quasi senza più un amico. Ed è una gran tristezza, di più, uno squallore senza aggettivi, quello che emerge dallo sfogo affidato da Thomas, detto anche Mike, a un cronista di Panorama per il numero oggi in edicola. Sono parole miste a lacrime e a spezzoni di una vita venduta. Finita. Buttata via.
«Hanno sbattuto il mio nome sui giornali senza che nessun magistrato mi abbia mai ascoltato. Mi hanno rovinato», si affligge il nigeriano, affaticando sempre più quel cuore malridotto e in attesa di trapianto. Lui, il «mostro» finito in prima pagina a margine di una storia di appalti pubblici alla quale è del tutto estraneo, ma unicamente per via del devastante e combinato effetto tra la pruderie giornalistica e quella giudiziaria, non nega nulla di quel suo passato avvilente e mercenario con e per conto di Angelo Balducci, ricco e potente supermanager nonchè addirittura Gentiluomo di Sua Santità. Thomas recrimina: «Che c’entro io con la corruzione?». Il resto, però, lo ricorda benissimo. Cita i nomi, i luoghi, ricorda anche le cifre. Iniziando da quelle 100mila vecchie lire che furono il compenso della sua prima volta, il prezzo della perduta dignità. «Me lo aveva presentato più di 10 anni fa un amico escort» racconta ricostruendo il primo incontro con Balducci, ex presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, ora in carcere con l’accusa di associazione a delinquere e corruzione nell’inchiesta su Protezione civile e appalti per il G8. «Mi aveva proposto di andare con lui, ma io inizialmente non avevo accettato, a me piacciono le donne, mi disgustava la sola idea».
A quell’indignato «inizialmente», avrebbe fatto però seguito un rassegnato «poi». Faceva il cameriere a Trastevere. Tanto mal di piedi su e giù tra i tavoli, ma troppi pochi soldi per aiutare fratelli e sorelle in Africa, orfani di entrambi i genitori. Servivano altre mance che non i pochi spiccioli lasciati sulle tovaglie. E un giorno accettò: la proposta indecente e la promessa di aiuto da uno che millantava. E che poteva.
«La cosa è andata avanti cinque o sei mesi, poi lui è sparito, rimangiandosi tutte le promesse fatte». Si sarebbe rifatto vivo diverso tempo dopo. «Mi chiese di aiutarlo a procurargli altri uomini, mi disse che era sposato e che doveva farlo in segreto». Così Thomas iniziò per Balducci i «viaggi» negli inferi di internet, là dove tutto è in vendita. La domanda (descrizioni fisiche e tipo di prestazioni) incontrava così l’offerta. «Lui chiedeva, io eseguivo. In cambio, ogni tanto mi sganciava 50 o 100 euro», compreso l’uso delle due stanzette in affitto di Thomas, al Nomentano. Incontri con «l’egiziano», con «il norvegese» o con «l’italotedesco». Anche due volte al giorno. Anche in partouze a tre. Così per anni, in quello squallore di periferia.
Poi, per Thomas, il 17 agosto 2008, un brutto incidente in moto, l’ospedale e la scoperta di quella malformazione cardiaca. Balducci scompare. «Tornai a casa sotto Natale e Angelo si rifece vivo». Gli lasciò 150 euro in regalo. O come esca? «Accettai perché ne avevo bisogno e ripresi a svolgere il mio vecchio compito». Di nuovo giù negli inferi del Web: «C’è un escort ungherese, quarantenne, moro. Ti interessa?».

Intanto, qualcuno li ascoltava.

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