«Così sarà possibile schedare i violenti»

Enrico Preziosi, 61 anni, dal 2003 è proprietario del Genoa: l’ha riportato in Europa dopo 17 stagioni. È nel calcio dal ’92, ci ha speso oltre 200 milioni di euro.
Presidente, è favorevole alla risoluzione del ministro Roberto Maroni sulla tessera del tifoso?
«Non risolviamo la violenza negli stadi con la repressione, però ben vengano nuove norme finalizzate a proteggere chi va alle partite. Non so se la tessera del tifoso sia una prassi già in uso in Europa, non sono così aggiornato sull'argomento».
Basterà, secondo lei?
«Dovremmo portare gli italiani a una cultura più sportiva, ecco il vero problema. Peraltro con questa sorta di schedatura è più semplice individuare i facinorosi, è più facile intervenire. Questa novità non so se sarà sufficiente per ridimensionare il fenomeno: trent’anni fa, ad esempio, non succedeva nulla, negli impianti, e la tessera del tifoso era impensabile».
Nelle ultime stagioni gli episodi gravi si sono moltiplicati, a tutte le latitudini. E non solo in serie A.
«Le cose sono completamente diverse, il ministro avrà fatto le sue valutazioni. È evidente che fanno paura i tifosi in trasferta, a livello di ordine pubblico se serve a migliorare la situazione, ben venga. Non conosco tutte le sfumature del provvedimento, dall’esterno mi auguro eviti le degenerazioni dei comportamenti».
Dal 1° gennaio la tessera diventerà indispensabile per assistere alle gare fuori casa. Quattro mesi e mezzo basteranno alle società per adeguarsi?
«Sono sicuro che i tifosi non la prenderanno bene, neppure i genoani. È una sorta di Grande Fratello, non è carino, è chiaro. Però di fronte a certe situazioni drammatiche i personalismi passano in secondo piano. Occorrerebbe, ripeto, una cultura sportiva tale da permettere a tutti di recarsi allo stadio tranquillamente».
Il 29 gennaio '95, al Ferraris, il tifoso rossoblù Vincenzo Spagnolo fu ucciso in Genoa-Milan. È lecito ipotizzare che con la tessera l’assassino non avrebbe ammazzato?
«Certi gesti vengono compiuti da pazzi, che non ragionano. L’ira che prende il sopravvento non ha niente a che vedere con la civiltà.

Il ministero ha inserito questo deterrente, speriamo vada a colpire la frangia composta da gentaglia. Il tifoso a posto con la coscienza credo che poi l’accetterà senza problemi, con il principio di essere più tranquillo e tutelato. Alla fine, vedrete, sarà un buon segnale».

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