Così si automatizza la gestione dei data center

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Ibm ha sviluppato in questi giorni la versione 5.1.1 del Tivoli Provisioning Manager (Tpm), il software per l’automazione dei data center, in modalità cloud computing (cloud in inglese vuol dire «nuvola»), intendendo con tale definizione un modo di lavorare tramite l’uso di informazioni che non sono state archiviate necessariamente in un server o computer fisico, ma sono disponibili in una rete di risorse distribuite e accessibili a livello globale dai dipendenti e collaboratori dell’azienda. In pratica, si supera la fisicità del dato per renderlo «diffuso», flessibile e adattabile ai cambiamenti, come una nuvola appunto.
La nuova versione del software aiuta i clienti a ridurre i passaggi manuali, per automatizzare la domanda di risorse informatiche, gestire il consumo di energia, ponendo i server in modalità standby quando non vengono utilizzati e riportandoli automaticamente in modalità attiva quando è necessario. Effettua dinamicamente il reperimento e l’allocazione delle risorse per compensare le oscillazioni nel carico di lavoro, che possono sollecitare eccessivamente specifiche risorse, mentre altri sistemi funzionano al di sotto delle loro capacità.
L’interoperabilità tra i vari ambienti informatici garantita dalla nuova versione del Tpm, (http://www.ibm.com/software/tivoli/features/solution-portal/ e http://www.ibm.com/software/tivoli/products/prov-mgr/) contribuisce a rendere più facile l'installazione del software - operativo in poche ore - a monitorare costantemente le risorse informatiche dell’intera azienda, a migliorare la distribuzione e a creare pacchetti di automazione riutilizzabili per eseguire attività complesse.
Tpm riduce il costo di gestione delle risorse infrastrutturali, automatizzando le attività per adeguarle velocemente ai cambiamenti necessari all’impresa. I sistemi vengono resi più sicuri e più stabili attraverso la configurazione, liberando le risorse a seconda delle esigenze.
Tra le novità la funzione «Web Replay» che consente agli esperti di condividere la conoscenza e interagire con altri con una semplice registrazione e con pochi click del mouse. Il cliente viene inoltre supportato nell’integrazione delle patch (i cosiddetti tappabuchi o «pezze» che si installano quando si verifica un errore) e nel creare mappe aggiornate dell’infrastruttura delle applicazioni, con conseguente innalzamento del livello di sicurezza del sistema.


È possibile, inoltre, gestire carichi di lavoro pesanti, come video e software di progettazione, riducendo i costi di hardware e distribuzione delle applicazioni.
Per avere un’idea degli effetti dell’efficientamento delle risorse basta dire che uno dei clienti dei partner IBM, ha realizzato un ritorno sugli investimenti (Roi) nell’arco di tre mesi dalla messa in opera di Tpm.

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