di Corrado Sforza Fogliani*
La Patrimoniale (che si sarebbe aggiunta allanticipazione dellImu) non cè. Non cè neppure la progressività. Ma un aggravio, in ogni caso assai forte, sugli immobili, sì. Salvo correzioni dellultima ora, i nuovi moltiplicatori previsti per la determinazione della base imponibile dellImu (160 per i fabbricati dei gruppi catastali A, B e C, esclusi A10 e C/1: vale a dire, in particolare, abitazioni, magazzini, laboratori ecc.; 80 per i fabbricati del gruppi catastale D e della categoria catastale A/10: vale a dire, in particolare, opifici, al-berghi, istituti di credito, uffici e studi privati; 55 per i fabbricati della categoria catastale C/1: vale a dire negozi e botteghe) portano ad un aggravio di imposta, rispetto allattuale Ici, del 60% in tutti i casi e come minimo, dato che è riconosciuta ai Comuni la possibilità di aumentare (o di diminuire, ma è unipotesi da considerarsi irreale, dati anche i nuovi tagli previsti per gli enti locali) laliquota base generale (che è dello 0,76%, cioè del 7,6 per mille) sino a 0,3 punti percentuali (fino, quindi, al 10,6 per mille) e la specifica aliquota prevista per le abitazioni principali e gli immobili locati (che è dello 0,4%, cioè del 4 per mille) sino a 0,2 punti percentuali (fino, quindi, al 6 per mille).
Anche se va dato atto al Governo di non aver seguito la strada da molti pretesa della progressività (che sarebbe stato - come da Confedilizia più volte sottolineato nei giorni scorsi, in ogni competente sede - un assurdo nellassurdo, essendosi in presenza - anche per lImu - di unimposta patrimoniale, che di per sé non tollera progressività, essendo già espropriativa in sé), laumento del 60% configura un aggravio molto pesante, che potrà provocare anche forti tensioni sul mercato delle locazioni (già ora, anche prima di questo aumento, la pressione fiscale sugli immobili poteva superare anche l80%). Un mercato che andrebbe invece potenziato se si vuole - nel segno della crescita - che riprenda in questo settore una forma di investimento che assicura quella mobilità dellabitazione che è indispensabile rafforzare per favorire le trasformazioni imprenditoriali che si impongono e che, nelluso diverso dallabitativo in particolare (tuttora ingessato dalla legge dellequo canone di 35 anni fa), rappresenta una forma di finanziamento indiretto dellimprenditoria. Tale aumento diventa, poi, addirittura insopportabile nelle città nelle quali le rendite catastali sono state già adeguate ai dati di mercato attraverso lazione di riclassamento operata dallAgenzia del territorio su impulso dei Comuni. Altrettanto, risulta notevolmente aggravata la situazione dei contratti a canone calmierato dagli Accordi tra Confedilizia e sindacati inquilini.
*Presidente Confedilizia
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