«Così si truccano colpi e svaniscono paure»

Anabolizzanti e testosterone per aumentare la massa muscolare, accrescere la forza e dunque raggiungere distanze incredibili con i propri drive; betabloccanti per ottenere una maggiore concentrazione, veder ridotto il tremore muscolare e dunque imbucare un maggior numero di putt. Il doping non trascurerebbe nessun aspetto del gioco del golf, dunque: migliorerebbe infatti la potenza come la precisione. Secondo il dottor Filippo Quattrini, del Dipartimento di Medicina della Scienza dello Sport del Coni, sono questi, infatti, gli effetti che il doping avrebbe sul fisico dei golfisti.
«Ogni volta che in un giocatore si nota un importante aumento muscolare - racconta - il sospetto di pratiche mediche illecite deve esistere. Ma per esserne certi, ovviamente, ci vogliono prove scientifiche».

Ma alla lunga, con il ricorso al doping, cosa rischia il golfista o lo sportivo in genere? «L'uso immotivato di betabloccanti può provocare malattie cardiache importanti; gli anabolizzanti, invece, nell'uomo creano impotenza e infertilità, mentre nella donna portano a una mascolinizzazione scheletrica e fisica». In Italia sono stati riscontrati casi di doping nel golf? «Pochissimi. E quasi sempre si è trattato di positività alla cannabis, per un semplice uso voluttuario».

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