Così si violano i diritti umani

Cerofolini, Gambolato e Faganelli: «Cambiamenti immediati o si rischia di favorire l’usura»

Fabrizio Graffione

«Gli enti concedenti come Provincia e Regione, ma soprattutto il Comune di Genova, non si sono impegnati per attuare la vigilanza e il controllo delle norme che l’ente concessionario per la riscossione dei tributi, Gestline, dovrebbe rigorosamente rispettare. In particolare sulle code e sui tafferugli causati dalla disorganizzazione dell’ente riscossore, palazzo Tursi non ha mosso un dito, pensando solo a fare cassa. Inoltre la situazione delle ipoteche sugli immobili, 4000 solo nel 2004, per le cartelle esattoriali non pagate favorisce l’usura». Dopo le associazioni dei consumatori e il prefetto Giuseppe Romano, scendono in campo i tre difensori civici. A condannare per primo l’immobilismo di via Garibaldi è l’ex sindaco socialista Fulvio Cerofolini, difensore civico comunale. Stesse lamentele arrivano, per i rispettivi enti, dai colleghi, il difensore civico provinciale, il «leone rosso» Pietro Gambolato, ex onorevole comunista, e quello regionale, Annamaria Faganelli, ex presidente del Tribunale dei minori. È la prima volta che la triade fa un comunicato congiunto. E il caso Genova verrà portato a livello nazionale la prossima settimana durante l’incontro a Roma di tutti i difensori civici italiani.
«L’Inps è l’unico ente creditore che obbliga Gestline ad attendere il benestare prima di avviare il procedimento di ipoteca - aggiunge Cerofolini -. Invece il Comune non è ancora intervenuto e non ha pensato di vigilare perché non si verifichino episodi come quelli dei giorni scorsi, tafferugli fra la gente in coda e intervento delle forze dell’ordine. Qui la situazione è esplosiva, mancano gli uffici di delegazione, mancano sportelli divisi per informazioni, pagamenti, rilascio cartelle. Si potrebbero delineare gli estremi di inadempimento contrattuale, tale da giustificare la riusoluzione del contratto con Gestline e la richiesta di risarcimento danni da parte dell’ente concedente».
«Si sfiora la violazione dei diritti dell’uomo - spiega Annamaria Faganelli -. Non si può ipotecare una casa, dove abitano moglie e figli, perché il padre ha preso una multa. È risultato che Gestline mette in atto provvedimenti incidenti sulla sfera giuridico patrimoniale dei cittadini, di natura più coercitiva che cautelare. Senza parlare dei numerosi errori su cartelle già pagate. Gestline per il recupero del credito accende spesso ipoteca su più beni e per importi molto superiori al debito. Questa sproporzione comporta, oltre all’immobilizzazione del bene, anche la chiusura di linee di credito ufficiali e l’impossibilità di ottenere successivamente regolari finanziamenti. Verrebbe quindi favorito il ricorso a società finanziarie che applicano interessi elevati e, nel peggiore dei casi, all’usura».
«Gestline non è esente dall’osservanza dell’articolo 1175 del codice civile che impone regole di correttezza a debitore e creditore - dice Gambolato -.

Nel caso di debiti inferiori a 750 euro non viene concessa la rateizzazione secondo un principio non scritto e non previsto da alcuna normativa, colpendo le fasce deboli. Seve una sanatoria per i procedimenti anteriori al 2002».

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