Cronaca locale

«Così Striscia preparò la trappola»

Lei non è della razza dei vinti. Non è fra quelli che hanno pagato e chinato la testa per allontanare il malocchio, spargere il sale, giocare i numeri del Lotto. No, Fosca Marcon, pensionata di Solaro (Milano), dice di essersi divertita: ha smascherato la Wanna Marchi Spa con un pizzico di briosa euforia e il sorriso sulle labbra. È stata una spalla all’altezza per la banda di Striscia la notizia e si deve soprattutto a lei se oggi c’è un processo e se le tante, presunte vittime della truffa sono uscite allo scoperto. Hanno descritto le loro miserie, evocato le loro paure, raccontato i loro sogni, puntualmente infranti.
«Mi aveva contattato una segretaria di Wanna Marchi per dirmi che il maestro di vita della società Asciè mi aveva sognata e che avrei vinto se avessi giocato al Lotto. In un primo momento avevo risposto che avrei giocato i numeri, ma quando mi è stato spiegato che avrei dovuto pagare 300mila lire per averli, mi sono rifiutata». Poteva finire lì, ma il figlio della Fosca, Lorenzo Battistuta, scrive una mail al tg satirico di Antonio Ricci. È la scintilla di un’indagine che andrà molto lontano. «Mi ha contattato il regista di Striscia la notizia che mi ha convinta a stare al gioco. Ho richiamato la società, ho pagato e ho ricevuto una scatola con dentro i numeri del Lotto da giocare e del sale che, secondo le istruzioni, dovevo mettere in un bicchiere di acqua pulita, al buio per una settimana».
Sembra incredibile, ma migliaia di persone hanno eseguito ordini cervellotici di questo tipo e, dettaglio che fa cascare le braccia, hanno pure pagato per ubbidire a follie del genere.
La pensionata gioca, ma perde. Al quartier generale della Wanna Marchi Spa si trincerano dietro la seguente giustificazione: forse il sale non si era sciolto come avrebbe dovuto, quindi lei ha perso a causa del malocchio. «È stato in questo momento che ho cominciato a divertirmi per davvero - prosegue la donna - perché a quel punto, l’impiegata ha cominciato a dirmi con voce spaventata che era una disgrazia, che avevo il malocchio e che dovevo subito fare qualcosa». Che cosa?
Quarantotto ore dopo, a Solaro arriva una nuova telefonata: «L’impiegata mi ha detto che il maestro di vita do Nascimento aveva preso a cuore la mia situazione e che era disposto a lavorare tutta la notte per aiutarmi». Il tutto al modico prezzo di 4 milioni di lire. «Mi hanno detto che avrei dovuto dare una risposta immediatamente, che per trovare i soldi avrei dovuto rivolgermi ad un vicino e non a mio figlio, che un assegno non andava bene e ci volevano i contanti».
Gli autori di Striscia vanno a Solaro, in casa della donna, e nascondono le loro telecamere. La trappola può scattare: «Ho detto alla società che avevo trovato i soldi, ma che li avrei dati solo ad un corriere di fiducia. Mi hanno risposto che per la notte non avrei dovuto mangiare carne rossa, né bere vino rosso, che avrei dovuto andare a dormire vestita di bianco e che a mezzanotte in punto avrei dovuto guardare lo specchio e pensare intensamente al maestro di vita».
Il postino si presenta puntualmente a Solaro: «Primi gli ho fatto dire che era l’uomo di fiducia dell’Asciè, poi gli ho detto che avevo cambiato idea e che i soldi non glieli avrei dati. Lui si è arrabbiato e ha chiamato Stefania Nobile, per poi passarmela. Le ho fatto ripetere chi fosse e lei mi ha detto: “La figlia di Wanna Marchi”. Poi ha aggiunto: “Il maestro ha lavorato per lei tutta la notte, adesso se lei non paga le mando i carabinieri”». Il gioco è finito. Gimmy Ghione, l’inviato di Striscia, esce allo scoperto: «Il corriere si è spaventato moltissimo e ha detto alla Nobile che lo avevamo sequestrato. Ma lui gli ha risposto che la porta era aperta.

Quando poi Ghione è andato nella sede dell’Asciè, erano già scappati tutti».

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