Una vicenda amara e grottesca quella raccontata nel film di Luigi Comencini «Lo scopone scientifico». Una storia di miseria e sogni di riscatto tramontati sul tavolo da gioco, che dal suo debutto al cinema nel 72 (Silvano Mangano, Alberto Sordi e Bette Davis nel cast) nessuno, forse per timore reverenziale, aveva osato portare sulla scena. Fino a oggi. Dal 26 dicembre al teatro Manzoni, la coppia di poveracci Peppino lo straccivendolo e sua moglie Antonia (Nicola Pistoia e Gabriella Silvestri) tornerà a sfidare sul tavolo verde la taccagna miliardaria americana, sperando di vincere il famoso «milione» della posta per riscattarsi dalla povertà. Il ruolo della bisbetica che gioca a carte col suo ex amante George e si diverte a umiliare Antonia e Peppino a suon di scope se lè aggiudicato lesordiente Sydne Rome, al suo debutto in palcoscenico. «Non mi tremano i polsi perché recitare a teatro è sempre stato il mio sogno, ma non aspettatevi un clone di Bette Davis: sul palco sarò più cattiva di lei - sibila lattrice nel suo italiano americanizzato - mentre la Davis nel film era una vecchia che beveva e fumava, io sarò una spilorcia dominata dalla follia del gioco».
La temperatura emotiva della piéce, scritta da Gianni Clementi e diretta da Renato Giordano, sale adeguandosi ai toni neo realistici della società odierna. «È un testo che fa riflettere» sospira lattrice, che confessa di aver accettato la proposta teatrale al telefono, senza leggere il copione. «Cè molta attualità nella scelta di buttarsi nel gioco per arricchirsi in fretta. Lamarezza della povertà, il sogno del riscatto, il desiderio di vincere per migliorare il proprio status sociale. Sono molle che scattano oggi come ieri». Tra chi vuole scalare i vertici della popolarità, chi spera di sbancare il superenalotto e chi sogna una vita da nababbo, Sydne Rome è certa: «io posso morire tranquilla perché oggi realizzo il mio sogno: recitare in teatro. Per chi fa il mestiere dattore il proscenio è una scelta fondamentale». Dopo «Lo scopone scientifico», nel futuro di Sydne Rome cè un nuovo progetto che ha per protagonista un altro «carattere» portato al cinema da Bette Davis. «Lei è il mio mito. È stata una donna che ha puntato tutto sulla professionalità. Sto acquisendo i diritti di una pellicola molto triste che la Davis ha interpretato con carisma».
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