«Così a Verona abbiamo usato tutti gli strumenti dati dal governo»

Sindaco Flavio Tosi, i dati del Viminale dicono che Verona è al terzo posto in Italia per calo della criminalità (-16,7 per cento), dietro a Rimini (17) e Genova (16,9). Che cosa ha funzionato nella sua città?
«Abbiamo messo in campo tutti gli strumenti possibili, a cominciare dall’uso dell’esercito perché siamo una delle città cui il ministero dell’Interno ha concesso i militari».
Quanti ve ne sono stati mandati?
«Settantacinque. Il pattugliamento misto esercito-forze dell’ordine è stato chiesto appena il provvedimento è stato varato e il governo ha inviato i soldati immediatamente».
E oltre ai militari?
«Gli assistenti civici funzionano ormai da quasi un anno. Poi c’è la famosa sicurezza partecipata, davvero molto efficace perché i cittadini segnalano e fanno presenti numerosissimi fenomeni di degrado, insicurezza, malavita o quant’altro. In prefettura il coordinamento provinciale per la sicurezza ha sempre lavorato bene e anche l’amministrazione comunale ci ha messo del suo. L’insieme di queste azioni ha portato a questo risultato».
Quanti sono gli assistenti civici?
«Complessivamente più di 200, alcune decine per ogni turno».
Tutti volontari?
«Sì, con un costo risibile per l’amministrazione perché hanno un rimborso spese simbolico».
Sono gli antesignani delle ronde istituite nel pacchetto sicurezza?
«Proprio. Tra l’altro il ministero li ha istituzionalizzati ricalcando esattamente il nostro progetto, approvato dalla prefettura in coordinamento con le altre forze dell’ordine».
Il loro apporto è stato importante?
«Fondamentale. Polizia e carabinieri hanno potuto occuparsi dei reati più gravi come furti e rapine, mentre il degrado e il controllo del territorio sono stati demandati nelle parti meno pesanti agli assistenti civici e nelle parti più problematiche alle pattuglie miste con i militari. La polizia municipale ha fatto il resto nell’applicazione delle ordinanze».
I cittadini hanno apprezzato?
«Moltissimo, tant’è vero che i quartieri sprovvisti ne hanno richiesto la presenza».
In che zone li avevate mandati?
«Nelle periferie e in tutte le aree verdi. Mezza città. Sono un bel deterrente, in un giardino pubblico presidiato nessuno si mette a fare l’imbecille».
Che consigli dà ai suoi colleghi sindaci?
«Sfruttare tutti gli strumenti che il governo e il parlamento hanno messo a disposizione. Noi l’abbiamo fatto immediatamente e questi sono i risultati. Mai farsi prendere dall’ideologia di chi dice che si militarizzano le città. Ai cittadini più sicurezza dai, più contenti sono, giustamente.

La sicurezza è un diritto, anche di chi vota a sinistra».
Anche a sinistra qualche sindaco si batte per la sicurezza...
«Certo, e sono premiati dagli elettori. Dove invece prevale l’ideologia del “vietato vietare”, stiamo freschi».

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