Gabriele Villa
da Milano
Deluso, amareggiato e, certamente più d'ogni altra cosa, stanchissimo. Mancano dodici minuti alla messa in onda dell'edizione principale, quella della 20, del Tg5 quando riusciamo, finalmente, a intercettare al telefono, il direttore Carlo Rossella, al termine di una giornata convulsa. Non un'intervista, con domande e risposte, ipotesi che respinge cortesemente, ma, come dire, la composizione di un puzzle di dichiarazioni che il direttore del Tg5 ha rilasciato a caldo durante la giornata e, in particolare, in un'improvvisata conferenza stampa tenuta nel pomeriggio assieme a Fedele Confalonieri. Il filo conduttore, che emerge dalla breve conversazione con Rossella, è sostanzialmente quello di stigmatizzare una «reazione esagerata» da parte del centro sinistra riguardo a un qualcosa, lo speciale di Terra!, condotto da Toni Capuozzo, che era soltanto «una mera ipotesi di lavoro ancora tutta da definire».
È il caso di ricordare che tutto nasce dalla proposta di un faccia a faccia tra Prodi e Berlusconi sulla rete Mediaset, avanzato tempo fa ai due leader politici in lizza nello sprint elettorale. Incassato, quasi subito il rifiuto di Prodi, il direttore del Tg5 ricostruisce ciò che è accaduto nelle ore successive: «Martedì ho mandato una lettera ai portavoce dei due leader, Bonaiuti e Sircana. Volevamo organizzare lo speciale di Terra! facendo venire Berlusconi con cinque o sei giornalisti di parte avversa con equal time nell'esposizione visiva». Ipotesi di lavoro, dunque. Semplicemente un'ipotesi di lavoro per la quale è cominciata da parte della redazione una sorta di studio di fattibilità. «Al momento dell'organizzazione di questa cosa - precisa Carlo Rossella - ho infatti cominciato a contattare i giornalisti che avremmo desiderato ospitare nel confronto di Terra!: Sansonetti di Liberazione non l'ho trovato, Polo del Manifesto mi ha detto di no, mentre tre avevano dato risposta certa». Ma è stato a questo punto che si è sollevato il vespaio. «Come ha detto il comitato di redazione del Tg5 in un comunicato ineccepibile - precisa Rossella - è arrivato un bombardamento mediatico di una parte politica che ha dato per scontato il fatto che io avrei intervistato Berlusconi. Il risultato è che i giornalisti che avevamo invitato sono stati intimiditi e hanno rifiutato. Quindi abbiamo soprasseduto, venendo a cadere la possibilità del contraddittorio». Il risultato è quello che elettori e ascoltatori, ieri sera hanno appreso dalla tv. «Siamo stati costretti a fare marcia indietro - ha spiegato Rossella -. E abbiamo detto a Berlusconi che non si poteva fare la trasmissione che avevamo pensato. Il presidente ne ha preso atto, punto e basta». Che altro aggiungere? «Che sono molto preoccupato - ha ammesso ieri Rossella - per la bufera mediatica e direi quasi ricattatoria nei confronti di quei giornalisti che dovevano venire». Quando Beppe Giulietti dei Ds se ne è uscito dicendo «mi auguro che nessun giornalista partecipi» voi come la chiamate? A questo punto capisco i giornalisti che non sono venuti».
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