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«Costruì prove sul mostro di Firenze» Arrestato giornalista per depistaggio

Mario Spezi, autore di un libro sulle indagini, accusato anche per il delitto Narducci. In carcere assieme a un muratore

«Costruì prove sul mostro di Firenze» Arrestato giornalista per depistaggio

Antonella Mollica

da Firenze

Il mostro di Firenze continua a mietere vittime. Sul piano giudiziario. Ieri è stata la volta di Mario Spezi, arrestato ieri su richiesta del sostituto procuratore di Perugia Giuliano Mignini. Avrebbe cercato di depistare le indagini in corso sul presunto omicidio di Francesco Narducci e quelle sul mostro di Firenze. Nei suoi confronti è stata eseguita un'ordinanza di custodia cautelare in carcere (sembra chiesta dal magistrato più di un mese fa) nella quale si ipotizzano i reati di calunnia e turbativa di pubblico servizio. Gli stessi addebiti sono stati mossi a Luigi Ruocco, 51 anni, originario di Gragnano (Napoli), inquisito più volte in passato per reati contro il patrimonio.
L'ipotesi degli inquirenti perugini è che Spezi abbia organizzato il depistaggio per riportare al centro dell'inchiesta sulla morte di Narducci, ma anche di quella sui delitti del mostro di Firenze, la pista sarda. Una strada già percorsa alla fine degli anni Sessanta. Per farlo, avrebbe cercato di far ritrovare in una villa di Capraia al Limite, che appartiene ad un professore universitario di Pisa completamente estraneo alla vicenda, sei scatolette e la pistola che ha sparato 16 volte nei delitti del mostro. A portare la polizia alla villa doveva essere un appunto confidenziale fatto giungere agli investigatori da un ex agente perquisito nei giorni scorsi.
Un'operazione nella quale sarebbe stato impegnato anche Ruocco. Il campano è sospettato di avere compiuto per conto di Spezi alcuni sopralluoghi nella villa e fatto fotografie. L'indagine avrebbe evidenziato anche alcuni pagamenti che gli sarebbero stati fatti da Spezi.
Il personale del Gides, il gruppo investigativo guidato da Michele Giuttari e i carabinieri di Perugia - che ieri hanno arrestato Spezi e Ruocco - sono però intervenuti prima che fossero effettivamente collocati gli oggetti nella villa.
Uno dei difensori del giornalista, l'avvocato Alessandro Traversi, ha detto di ritenere che «di fondo ci sia un malinteso». «Ovvero sia stata male interpretata - ha aggiunto - l'attività giornalistica di Spezi, che ha svolto una contro inchiesta, ma che non aveva come obiettivo quello di depistare le indagini». «È una vicenda assurda - ha sottolineato la moglie di Spezi -, sono due anni che lo stanno perseguitando e io mi chiedo come è possibile che tutto ciò avvenga senza che nessuno reagisca».
«Stupore e preoccupazione» per il suo arresto sono stati espressi anche dalla Fnsi, il sindacato dei giornalisti italiani. Di «massimo sconcerto» ha invece parlato il presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti Lorenzo del Boca. Il giornalista era da tempo al centro dell'indagine condotta dal pm Mignini sulla morte di Narducci, il cui cadavere venne trovato il 13 ottobre del 1985 nel lago Trasimeno. Il magistrato ritiene che il medico sia stato ucciso perché coinvolto nelle vicende del mostro di Firenze (circostanza sempre negata dai suoi familiari). Sarebbe stato eliminato, in particolare, per proteggere le persone coinvolte nei delitti toscani. Per l'omicidio Narducci sono indagati lo stesso Spezi, ritenuto uno dei mandanti, l'ex farmacista di San Casciano Val di Pesa Francesco Calamandrei, finito anche nell'inchiesta sui presunti mandanti del mostro e altre cinque persone. Il giornalista è inoltre coinvolto con l'accusa di favoreggiamento in un altro dei filoni condotti dal pm Mignini in merito alla morte del medico, quello sulle presunte irregolarità compiute dopo il ritrovamento del corpo.
Un fascicolo nel quale sono decine gli indagati. Tra gli inquisiti è finito anche lo scrittore americano Douglas Preston accusato di reticenza dopo un interrogatorio davanti al magistrato perugino. Preston, che sarebbe chiamato in causa anche nell'inchiesta sul presunto depistaggio, è coautore con Spezi del libro intitolato «Le dolci colline di sangue».

Una sorta di controinchiesta - ha spiegato il giornalista - sulle vicende del mostro di Firenze.

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