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Il costume per un’abbronzatura da nudisti

RISCHI Le associazioni anticancro: «Quel tessuto può provocare gravi danni alla pelle»

Il costume per un’abbronzatura da nudisti

L’annuncio picchia duro come un colpo di sole: «Basta topless, arriva il costume che permette di abbronzarsi senza toglierlo». E no, così non vale. Il popolo maschile dei voyeur è indignato: le ragazze che vogliono esibire una perfetta tintarella integrale «devono» continuare a denudarsi. Come vuole la tradizione. Invece, ecco che a rompere i sani rituali estivi, arriva la ditta inglese Kiniki, decisa a lanciare on the beach la sua bomba, il tan through. La scheda tecnica del nuovo articolo sembra uscita dai laboratori del Mit: «Il rivoluzionario bikini, grazie a microscopici forellini nella trama del tessuto (che ricorda una rete metallica), risulta trasparente al sole e permette il passaggio dell’80% dei raggi, garantendo così un’abbronzatura pressoché uniforme». E poi: «Disponibile in vari modelli con prezzi a partire da 34,30 sterline (poco meno di 40 euro), il transol (questo il nome del nuovo materiale) è sì permeabile alla luce, ma non all’occhio umano, perché un gioco di fantasie astratte confonde la vista e protegge le parti intime di chi lo indossa dagli sguardi dei curiosi».
Tutta questa fatica per evitare gli «antiestetici segni bianchi». Ma chi l’ha detto che quei «segni bianchi» sono «antiestetici»? Non parliamo mica delle strisce pedonali, ma delle strisce «carnali» lasciate appunto dal costume durante la delicata fase di abbronzatura. Roba che le donne ci perdono la testa, se non si vedono perfettamente «tostate» da capo a piedi. E invece a noi uomini quei pezzettini di epidermide candida che occhieggiano dal bikini piacciono, eccome. Insomma, il contrasto tra un corpo reso color ambra dai raggi solari e il bianco delle zone «proibite» può - e deve - rimanere una mix cromatico dal potenziale appeal sessuale.
A bocciare il tan through sono anche i medici. «Penso si tratti di un’idea assolutamente sbagliata in nome della vanità - ha denunciato sul quotidiano inglese Sun (che, sui danni provocati dal «sole», ne sa più di tutti...) il dottor Richard Clifford -. Noi raccomandiamo di mettere vestiti che proteggano dai raggi solari e qui, invece, si fa fare esattamente il contrario».
«Se proprio non potete stare senza abbronzatura - aggiunge la dottoressa Katy Scammell -, almeno preferite quella finta, così almeno eviterete di arrostirvi al sole grazie a questo costume e di aumentare così il rischio di tumore alla pelle».
Malgrado gli avvertimenti, però, sembra che il tan through funzioni davvero, almeno guardando il numero di pezzi venduti.

«Abbiamo lanciato ufficialmente la linea appena quattro settimane fa - spiega il proprietario della Kiniki, John Walker -, ma non riusciamo già più a stare al passo con la domanda». Le donne hanno gradito, quindi? «Le donne certo, ma anche gli uomini ne vanno pazzi».
Saranno gli stessi che in spiaggia usano il tanga verde sgambato, modello Borat?

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