Le polizze index linked collegate ai bond di emittenti bancari islandesi, sebbene coinvolgano molti investitori di varie compagnie italiane e un ammontare di risparmi stimato tra i 400 e i 500 milioni nominali, sembrano essere cadute nel dimenticatoio. Tra le compagnie coinvolte, nomi autorevoli quali Aurora assicurazioni, Aviva vita, Bipiemme vita, Carige vita nuova, Crédit Agricole vita, Ergo previdenza, Eurovita, Italiana assicurazioni, La Piemontese vita, Reale Mutua, Sasa vita e Unipol.
Lantefatto corrisponde al riassunto del crac islandese: il 15 ottobre scorso l'Autorità di Vigilanza islandese (Fme) ha disposto il trasferimento immediato di talune posizioni attive e passive della Glitnir Banki hf (ex Islandsbanki) a un nuovo soggetto giuridico denominato New Glitnir Bank hf. E per Kaupthing Bank è stato disposto il trasferimento immediato di talune posizioni attive e passive della stessa alla New Kaupthing Bank hf. Il 24 novembre, su richiesta dell'Fme, Glitnir è stata assoggettata a una procedura di moratoria che potrà essere estesa fino a 24 mesi. Il 19 febbraio la Corte di Reykjavík ha decretato l'estensione del periodo di moratoria sino al prossimo 13 novembre 2009: data in cui si potrebbe conoscere il destino delle banche islandesi e, di conseguenza, anche dei creditori italiani.
Ma in attesa, le compagnie italiane non sono state ferme. Per prima si è mossa Reale Mutua che già nel novembre del 2008 aveva confermato il proprio impegno per risolvere i problemi dei clienti che avevano sottoscritto polizze index linked con sottostante Glitnir Banki. Agli assicurati è stata comunicata la ristrutturazione dei contratti permettendo non solo la restituzione dell'intero capitale, ma anche, nei limiti permessi dalla volatilità dei mercati, di ottenere interessi nel periodo rimanente alla scadenza. Ma se Reale Mutua si è mossa di propria iniziativa, altre società lo hanno fatto grazie alla regia dell'Isvap. A partire dall'autunno scorso l'Authority delle assicurazioni è intervenuta con determinazione a protezione degli assicurati in possesso di polizze index linked legate sia a Lehman Brothers, sia alle banche islandesi (nel complesso, 2 miliardi). Per la natura di queste polizze, alcune prossime alla scadenza, gli assicurati rischiavano di vedere praticamente azzerati i loro risparmi. L'Isvap è intervenuta affinché, nel rispetto dei vincoli di stabilità finanziaria, fossero approntati piani di ristrutturazione che consentissero di minimizzare se non azzerare il danno per i consumatori.
L'entità e le modalità degli interventi decisi si sono tradotti in piani che l'Isvap ha poi vagliato. E grazie a questa azione di forte moral suasion dellAuthority guidata da Giancarlo Giannini, ancora in atto, i piani hanno già interessato 117.175 contratti, pari al 94% se riferita alle polizze prevalentemente scadute o prossime alla scadenza ed all'80% del complesso delle index «islandesi».
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